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no al taglio della democrazia

Tagliamo le spese militari e nucleari, non la democrazia!

da parte di Alfonso Navarra

Anche in relazione al referendum che ci chiama a votare il 21 settembre 2020 alcune considerazioni da parte di chi ha lanciato e promuove l'iniziativa NO ARSENALI SI OSPEDALI. Il taglio delle spese militari che proponiamo riguarda i sistemi di armamento offensivi, cioe' quelli alla proiezione di potenza fuori dei confini nazionali, in quanto incompatibili con la nostra Costituzione. Una costituzione che e' pacifista ma non nonviolenta nel senso gandhiano. I ragionamenti sulle spese militari per essere seri devono agganciarsi non alle percentuali ma ai modelli di difesa - prendendo per intanto l'attuazione della Costituzione come bussola - verso un totale azzeramento in prospettiva. Il passaggio da un modello offensivo e nuclearizzato in ambito NATO ad uno di difesa sociale nonviolenta si chiama percorso di transarmo. E' la strada su cui come movimenti antimilitaristi e nonviolenti siamo impegnati a lavorare. Quindi tagliamo non i parlamentari, ma le spese militari offensive e nucleari, i sussidi ambientalmente dannosi, le grandi opere inutili e nocive!

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L'ipocrisia di molti politicanti non e’, disgraziatamente, un pregiudizio campato per aria. Pensiamo solo a questo: avremmo gia' la maggioranza dei parlamentari che hanno sottoscritto l'impegno ICAN per la proibizione delle armi nucleari ma dobbiamo costatare che anche il governo giallo-rosa non intende ribellarsi ai diktat della NATO contro il Trattato che e’ alla vigilia dell’entrata in vigore (siamo a quota 44 ratifiche di Stati e bisogna arrivare alla 50esima)!

E’ questa ipocrisia che da almeno 30 anni ci coinvolge, con il pretesto della governabilità ed oggi addirittura della democrazia diretta, in un inutile sforzo per riforme istituzionali ed elettorali di cui non abbiamo nessun bisogno. Si sta offrendo l’osso della demagogia anticasta, da cui nasce il referendum di settembre, in pasto ad un disagio sociale "di pancia" che avrebbe bisogno di risposte su ben altri problemi. Disoccupazione, lavoro, salute, degrado culturale realmente avrebbero bisogno di misure urgenti e radicali!

E' giusto e doveroso - in particolare nel drammatico momento che stiamo vivendo in Italia e nel mondo intero - esigere dal nostro Governo che tagli subito le spese per armamenti e destini quanto risparmiato in primo luogo ai bisogni della sanità come propone NO ARSENALI SI OSPEDALI.

Le spese per la difesa sono consistenti nonostante i rimproveri della NATO che ci vorrebbe imporre il 2% del PIL, quindi di toccare i 36 miliardi entro il 2024 . E sono molto cresciute in questi ultimi anni mentre si tagliavano le spese per la salute pubblica. Nel 2019 la spesa militare italiana è stata di circa 26 miliardi di euro, in aumento rispetto al 2018 . Ma sono cifre esagerate e inaccettabili in tutto il mondo, si vedano i dati sul sito del SIPRI di Stoccolma.

Quella destinata in Italia ai soli armamenti è stata di circa 6 miliardi,  impegnati in programmi di riarmo ingenti - e da considerare "offensivi", quindi contrari alla Costituzione - quali  le nuove navi da guerra della Marina, tra cui una nuova portaerei, nuovi carri armati ed elicotteri da attacco dell’Esercito, i nuovi aerei da guerra Typhoon e gli F-35.

Se consideriamo che la pandemia, come ci dicono tanti scienziati, potrebbe essere una risposta della Natura sconvolta dall'industrialismo umano, ne deriva che sarebbe utile per la nostra salute dirottare dirottare questi miliardi anche verso il contrasto al surriscaldamento globale e ai cambiamenti climatici.

E' da sottolineare poi che nelle spese militari italiane ci sono quelle a supporto delle basi americane in Italia (con bombe atomiche in via di ammodernamento: le B-61 saranno sostituite dalle B-61-12), collegate alla "condivisione nucleare NATO": i piani di guerra che prevedono il "first use" dell'arma atomica.

Un taglio sostanzioso a queste spese, cominciando da quelle contrarie alla Costituzione, potrebbe essere subito deciso da Governo e Parlamento nella prossima legge di bilancio.

Si pensi che un solo aereo F-35 costa piu' o meno 130 milioni di euro. Già il Governo Monti nel 2012 aveva ridotto da 131 a 90 gli aerei da comprare, ma qui non si tratta di sforbiciare, si tratta proprio di azzerare il progetto! Quanti macchinari per le terapie, quanto altro personale si potrebbero avere con il costo di uno solo di questi aerei?

Non bisogna dimenticare poi che in questi ultimi anni la sanità italiana è stata massacrata da tagli lineari enormi: ma pare che la moda di affamare i servizi pubblici stia passando, almeno stando alle lacrime di coccodrillo dei principali partiti che ne sono stati responsabili.

La crisi del coronavirus impone di ripensare la nostra quotidianità ma anche il nostro modello di malsviluppo, verso la conversione ecologica. Il cambiamento delle priorità di spesa dei governi lo vedremo alla prova nella prossima legge di bilancio e nelle proposte di utilizzo del Recovery Fund, il debito comune di centinaia di miliardi messo a disposizione dalla UE per sostenere in particolare l'Italia.

Temiamo l''assalto alla diligenza" delle solite lobby della finanza, del fossile, delle Grandi Opere inutili e nocive... e del complesso militare industriale che vende le armi al regime che ha assassinato Giulio Regeni!

Altro che retorica antiparlamentare che oggi serve solo ad attaccare quel poco di spazi democratici che ci restano. Ripensare le spese militari a partire da quelle nucleari è una tessera prioritaria del mosaico di pace mondiale da costruire (la pace si prepara con il disarmo!): gli investimenti degli Stati siano destinati a migliorare le condizioni di vita anziché a potenziare strumenti di morte!