AL MOVIMENTO PACE TERRA DIGNITA' RIVOLTO AI PACIFICI SERVE UNA LISTA INDIPENDENTE ALLE ELEZIONI EUROPEE
RIPORTIAMO AL VOTO E ALLA POLITICA DI BASE I DELUSI E GLI ARRABBIATI!
Documento dei Disarmisti Esigenti & partners per la "lista dei pacifici" alle elezioni europee
rif. Alfonso Navarra (cell. 340-0736871) ed Ennio Cabiddu (cell. 366-6535384) - Milano 9 settembre 2023
Primi firmatari: Emanuela Baliva - Daniele Barbi - Michele Boato - Milly Bossi Moratti - Angelo Cifatte - Cosimo Forleo -Luigi Mosca - Giuseppe Musolino - Antonella Nappi -Cristina Rinaldi - Laura Marcheselli - Pino Arancio - Sandra Cangemi - Amalia Navoni Maria Grazia Campari -Andrea Bulgarini - Marco Zinno - Mario Di Padova
(Si richiedono ulteriori adesioni che sono comunicabili al link: https://www.petizioni24.com/listapaceterraeuropee . E sono ancora possibili integrazioni migliorative. Già nel maggio 2022 ci eravamo schierati per il "partito della pace che non c'è")
Un appello di Raniero La Valle e Michele Santoro (per il suo testo completo: https://www.serviziopubblico.it/post/915) ) ci aveva chiesto, con il firmarlo, di promuovere insieme l'assemblea del 30 settembre a Roma, che poi si è effettivamente tenuta in quella data al Teatro Ghione.
L’assemblea si è svolta con grande e qualificata partecipazione; ed ha deciso, praticamente all’unanimità, di lanciare “un nuovo soggetto politico popolare, che abbia la pace come obiettivo urgente e orizzonte futuro”.
L'assemblea ha altresì deciso "di avviare tutte le necessarie iniziative per partecipare, realizzando la maggiore unità possibile, alle prossime elezioni europee, allo scopo di incardinare, nel dibattito elettorale e poi nella stessa UE, l'assillo della pace".
Noi aderiamo a questa sfida e proponiamo di aderire ad essa con entusiasmo. Allo stesso tempo proponiamo che la lista indipendente per le prossime europee PACE TERRA DIGNITA' (o come verrà chiamata dopo il sondaggio tra gli associati a Servizio Pubblico) includa le motivazioni e le finalità del documento sotto riportato.
L’Europa per la quale ci battiamo deve (e si tratta di obiettivi che hanno una loro plausibilità e fattibilità):
1) Denuclearizzare
2) Convertire le spese militari in investimenti sociali (beni comuni e pubblici) e per la conversione ecologica
3) Predisporre un modello di difesa che attui il transarmo progressivo verso la resistenza nonviolenta quale capacità di opporsi all’ingiustizia con mezzi costruttivi, basati sulla forza dell’unione popolare.
Alcune campagne dei movimenti di base vanno sostenute da una sponda istituzionale più salda, sicura, convinta:
1- La proibizione delle armi nucleari che va messa in rapporto con il No First Use.
2- La denuclearizzazione sia militare che civile.
3- Object War per il diritto internazionale al non partecipare direttamente ai combattimenti armati.
4- L’obiezione di coscienza nelle sue varie forme e modalità: oltre a quella già citata al servizio militare, le obiezioni alle spese militari, alle banche armate, alle produzioni e ai traffici bellici.
5- Il contrasto alla militarizzazione della scuola, dell’università, della ricerca scientifica.
La lista da mettere in campo dobbiamo rivolgerla non, in modo limitato, alla "tribù pacifista" ma, in modo più ampio, ai “pacifici”, ad uno spontaneo atteggiamento e sentimento della maggioranza popolare, in Italia legittimato da una Costituzione esplicitamente e marcatamente pacifista. Deve servire a riconquistare alla politica di base settori che si sono relegati, per disperazione e per rabbia, nell’astensionismo.
Questa crisi di partecipazione ha un motore da non sottovalutare anche nel disprezzo dimostrato da tutto il quadro politico istituzionale verso il ripudio della guerra provato dal sentire popolare maggioritario. Gli stessi “media con l’elmetto” continuano a riferire di cinque punti in cui sia il governo che l’opposizione contraddicono la volontà popolare: 1) no aiuti militari ai belligeranti, incluso il governo ucraino (la popolazione va sostenuta in tutti gli altri modi possibili); 2) no aumento delle spese militari e della militarizzazione; 3) no sanzioni economiche distruttive ed autodistruttive; 4) cessate il fuoco immediato senza condizioni e avvio di trattative per la sicurezza globale; 5) rispetto dei referendum sui beni comuni per l’acqua pubblica e contro l’energia nucleare da fissione.
L’Arcobaleno deve spuntare per dare una rappresentanza coerente al no alla guerra. Dipende da tutte/i noi far emergere la pacifica e spontanea volontà popolare senza il quale non sono credibili neanche i percorsi per il clima e la giustizia sociale. Sottolineando lo spirito dell’aggiunta nonviolenta: non dobbiamo considerare i concorrenti elettorali come un nemico, tanto più se, anche grazie alla nostra sollecitazione, si porranno in qualche modo il tema del disarmo e della fine della guerra con una soluzione diplomatica.
Ai primi firmatari vanno aggiunte le seguenti firme (in ordine temporale di apposizione):
Gavino Cocco – Manuela Bonvecchiato – Anna Castellani – Paolo Yussef – Riccardo Bovolenta – Cristina Tarzia Venturini – Marco Tamborini – Bernardino Zerbini – Pinuccia Caracchi – Carla Cabiddu – Lucetta Sanguinetti – Lanfranco Peyretti – Edoardo Castignola – Elena Cornelli – Lodovica Bertoldi – Maria Cristina Costanzo – Carla Cabiddu – Maria Luigia Quattrociocchi – Carmelo Romeo – Alfonso Marzocchi – Pina Rozzo – Antonio Grasso – Gianni Pennazzi – Cristina Degan – Carlo Pozzoli – Grazia Casagrande – Davide Berok – Pasquale Balzano – Sara Ongaro – Gabriele Proto – Angela Bosio – Giuseppe Bruzzone – Giancarlo Consoli – Elena Urgnani – Riccardo Urigu – Vincenzo Motta – Fulvio Fiorentini – Rita Clemente – Maurizio Bucchia – Sergio Ruggeri – Arturo Pellegrino – Ivano Gallina – Susanna Sinigaglia – Rosanna Navarra – Alberto Liguori – Giuseppe Musolino – Serenella Fabiani – Claudia Zerboni – Michele Dargenio – Rosa Speranza – Maddalena Toscano – Carlo Citron – Maria Rosaria Tramontano – Laura Iacomino – Margherita Turco – Luigi Strazzanti – Vanna Tonielli – Domenico De Nito – Maria Paola De Paoli – Piergiorgio Rosetti – Daniele Mistura – Giusi Dossena – Patrizia Crepaldi – Elisabetta Caroti – Marcello Rinaldi – Paolo Attanasio – Guido Dalla Casa – Fortunata Fasano – Giorgio Rossi – Clara Tasca – Tiziano Zordan – Clara Quattrini – Andrea Bulgarini – Giuliana Contini – Eleonora Caroti – Laura Tornadu – Alessandra Tornadu – Aurora Frigerio – Valeria Ceron – Franca Ceron – Paolo Bonzi – Giuseppina Volpe – Maria Gloria Bertozzi – Giuseppe Cecchinato – Antonella Rosa – Davide Migliorino – Angela De Meo – Ludovico Di Giovane – Matteo Scarlato – Rosanna Attanasio – Maria Calabrese – Giulia Zamberletti – Laura Tussi – Gianluca Razzauti – Francesca De Renzio – Anna Klein – Elisa Breglia – Salvatore Fustilla – Monica Tagnocchetti – Adalberto Galassi – Umberto Squarcia – Nicoletta Pirotta – Francesco Tirrito – Ottavio Cerullo – Flora Fia – Raffaele Faggiano – Irene Manente – Marina Vaghi – Annalisa D’Orsi – Brunella Lottero – Lidia De Florentiis – Fabrizio Rosselli – Barbara Amantea – Salvatore Borriello – Valeria Belli – Martina Gerosa – Maria Elena Spampatti – Paolo Falleni
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CONTRIBUTO AL PROGRAMMA DELLA LISTA DEI PACIFICI ALLE EUROPEE 2024
IL DISARMO NUCLEARE PER PROMUOVERE LA PACE
CON SOPRAVVIVENZA SICURA DEGLI ESSERI UMANI E DELLA NATURA
Con il coinvolgimento nella guerra in Ucraina, affermato dai suoi massimi portavoce e praticato con gli aiuti militari, è dubbio che la UE possa essere considerata ancora un progetto di pace, degna del premio Nobel che le fu conferito nel 2012.
La pace deve significare uscita dalla guerra, dal sistema di guerra e da una politica di difesa e sicurezza attualmente divisa sì tra gli Stati membri, ma condivisa e convergente nella subalternità all’atlantismo, poggiante sulla forza militare e sulla minaccia nucleare.
La pace che perseguiamo è costruzione di una società dei diritti e del diritto, in cui la comune umanità viene prima di tutto il resto, prima sicuramente dell’identità nazionale ed europea; e nel costituzionalismo globale, che ci emancipa dalle tecnocrazie antropocentriche, si concepisca la cura degli altri quale parte integrante della cura dell’unico ecosistema vivente, cui organicamente apparteniamo.
Se condividiamo il rifiuto dell’esercito europeo a maggior ragione dovremmo condividere il rifiuto dell’ombrello di una deterrenza nucleare NATO ufficialmente definita come “suprema garanzia di sicurezza”.
La UE dovrebbe procedere, per passi autonomi, anche primi piccoli passi, ma decisamente e incontrovertibilmente, a una scelta di disarmo nucleare, rigettando quella “condivisione nucleare NATO” che la condurrebbe a reinstallare gli euromissili dismessi con gli accordi INF tra Reagan e Gorbachev del 1987 (disdetti da Trump nel 2019), a modernizzare le “atomiche” tattiche B-61 ospitate da cinque Paesi, tra i quali l’Italia, a implementare la dottrina di impiego, che rimanda a guerre nucleari limitate su teatri continentali, non globali, che va sotto il nome di “first use”.
Il nuovo Parlamento europeo, che emergerà dalle elezioni del 2024, insomma, dovrebbe assecondare e non osteggiare il percorso aperto dallo storico Trattato di proibizione delle armi nucleari (TPNW), adottato da una conferenza ONU nel 2017, facendo sì che alla proibizione giuridica ratificata al momento da 69 Stati segua l’eliminazione effettiva degli ordigni di sterminio e annientamento massivi.
Una strategia di lavoro in questo senso è tracciata dal working paper, ufficialmente agli atti, in lingua inglese, che organizzazioni membre ICAN, tra le quali i Disarmisti esigenti, hanno proposto per la conferenza di aggiornamento del TPNW del novembre-dicembre 2023, e qui di seguito riportato, in lingua italiana:
Una strategia per passare dalla proibizione giuridica alla totale eliminazione delle armi nucleari, effettiva, totale e irreversibile.
A questo fine, tutti i 9 Stati che possiedono armi nucleari (insieme ai loro alleati) dovrebbero progressivamente sedersi ai tavoli delle trattative, che potranno essere aperti a seconda delle disponibilità volta per volta agibili, con l’ONU nel ruolo di mediatrice riconosciuta, avendo compreso che il possesso di tali ordigni, illusoriamente giustificato con la finalità della "deterrenza", costituisce un rischio inaccettabile, in primo luogo per loro stessi.
In prospettiva bisognerebbe allestire un tavolo unico e l'argomento chiaro su cui fare leva per arrivarci è quello di una presa di coscienza che il rischio di guerra nucleare è diventato inaccettabile, in un contesto globale che vede la combinazione di incontrollati sviluppi tecnologici con il disordine crescente negli assetti di potere e di governance.
Il pericolo concreto di una possibile “guerra nucleare anche solo per errore, per incidente o per sabotaggio” va messo in cima alle preoccupazioni di chiunque abbia a cuore la sopravvivenza della specie umana e della natura. Se da un lato grava su questi Stati dotati di armi nucleari la responsabilità di prendere le decisioni determinanti, spetta a noi, società civile, aiutarli a raggiungere tale consapevolezza anche mediante una “esigente” pressione dal basso.
Negli ultimi tempi questo rischio è ancora aumentato principalmente a causa di due fattori:
- lo sviluppo delle “mini-nukes”, cioè armi nucleari di potenza intermedia tra quella della bomba di Hiroshima e quella delle armi convenzionali. Queste “mini-armi nucleari” saranno più facili da usare sui campi di battaglia e quindi romperebbero il “tabù” dell’uso delle armi nucleari, con le conseguenze che possiamo facilmente immaginare.
- il possibile utilizzo degli algoritmi di IA (“Intelligenza Artificiale”) nella rilevazione di attacchi nucleari e, cosa ancora peggiore, nel processo decisionale per un’eventuale ritorsione.
Di conseguenza dobbiamo concentrarci principalmente su questi due fattori di rischio per convincere gli Stati dotati di armi nucleari a decidere un disarmo nucleare globale. Allora, l’adesione universale al TPNW, il Trattato sulla proibizione delle armi nucleari, non dovrebbe più incontrare ostacoli.
Come contributo a questo approccio, proponiamo di includere nel testo del TPNW (Articolo N°1) la proibizione delle armi nucleari, “qualunque ne sia la loro potenza”.
Proponiamo di lavorare per armonizzare e integrare la Campagna ICAN (International Campaign to Abolish Nuclear weapons) con la Campagna No First Use (NFU) perché riteniamo importante schiudere ammorbidimenti e contraddizioni nel fronte nuclearista, già non del tutto monolitico.
Sarebbe apprezzabile che l’adozione ufficiale di dottrine sulla deterrenza che escludano un primo colpo nucleare in qualsiasi circostanza sia accompagnata da misure, sotto controllo della IAEA (Agenzia internazionale per l’energia atomica), che rendano più difficile la guerra nucleare per errore, per incidente o per sabotaggio, come la ‘de-allertizzazione’ delle testate nucleari e la separazione delle stesse dai vettori.
Il TPNW già all’articolo 4, prevede un periodo di conversione e una certa flessibilità nelle forme di adesione da parte degli Stati dotati di armi nucleari e degli Stati che ospitano armi nucleari controllate da un altro Stato. Nelle prossime conferenze di revisione, a partire da quella fissata nel dicembre 2023 sotto la presidenza del Messico, possiamo studiare di stabilire una categoria riconosciuta formalmente di Stati “fiancheggiatori/sostenitori" (o altri termini similari) del Trattato. Sarebbero Stati non aderenti a pieno titolo ma orientati positivamente verso il percorso della proibizione giuridica, valutato quale strumento utile e opportuno, compatibile con le istanze di sicurezza globale, per giungere a un mondo senza armi nucleari.
Come conclusione ricordiamo quanto sosteneva giustamente Gorbachev:
“Se uno Stato vuole essere sicuro, deve prima contribuire a garantire la sicurezza di tutti gli altri Stati; invece, la deterrenza nucleare fa esattamente il contrario!”
Primi Firmatari :
Alfonso Navarra - organizzazione Disarmisti esigenti
Luigi Mosca - associazione “Abolition des Armes Nucléaires - Maison de Vigilance”
Sandro Ciani - Mondo senza guerre e senza violenza
altri nomi ---------------------
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CONTRIBUTO AL PROGRAMMA DI ENNIO CABIDDU
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CONTRIBUTO AL PROGRAMMA DI DANIELE BARBI
Contributo al lavoro per la “lista dei pacifici” (nome da decidere) di Daniele Barbi
del Comitato antinucleare di Trier.
Discusso e approvato in un incontro online il 12 ottobre 2023, con la partecipazione
di Alfonso Navarra, Luigi Mosca, Ennio Cabiddu e Cosimo Forleo
La denuclearizzazione, sia a livello civile che militare, è un obiettivo complesso che
richiede un ampio sostegno politico, pianificazione dettagliata e misure appropriate.
L'inclusione o esclusione del nucleare e del gas nelle attività economiche ecosostenibili nell'Unione Europea è una questione politica e regolamentare che richiede discussione a livello europeo. Ecco alcuni passi che potremmo intraprendere per promuovere la denuclearizzazione civile/militare, partendo dalla decisione di non considerare nucleare e gas attività economiche sostenibili nella tassonomia della UE.:
Lobbying e sensibilizzazione: È importante coinvolgere organizzazioni non governative - GreenPeace e International Physicians for the Prevention of Nuclear War (IPPNW) sono già tra i capofila -, gruppi ambientalisti - in Germania il coordinamento dei gruppi antinucleari .ausgestrahlt ed in Francia Sortir du nucléaire sono promotori di iniziative per modificare i parametri della tassonomia -, esperti - Mycle Schneider, Luigi Mosca, Mario Agostinelli - e cittadini per aumentare la consapevolezza sull'importanza della denuclearizzazione civile/militare e spingere i responsabili politici a prendere in considerazione questo obiettivo. Diventa prioritario opporsi ai piani di sviluppo in Italia delineati dal ministro Pichetto Fratin, che il 21 settembre 2023 ha ufficialmente aperto la piattaforma per il nucleare sostenibile.
I Disarmisti esigenti stanno lavorando a un coordinamento antinucleare
europeo, progetto in cui sono impegnati come referenti Daniele Barbi, Giuseppe
Farinella, Alfonso Navarra.
Sviluppare fonti di energia rinnovabile: Investire in tecnologie e infrastrutture per le energie rinnovabili come l'energia solare, eolica e idroelettrica, che possono sostituire gradualmente le fonti di energia fossile e nucleare. Questo richiederà incentivi economici e investimenti da parte dei governi e del settore privato.
Ricerca e sviluppo: Sostenere la ricerca e lo sviluppo di tecnologie innovative per l'energia rinnovabile, l'efficienza energetica e il miglioramento delle reti elettriche, al fine di rendere queste alternative più competitive ed efficienti.
Politiche energetiche nazionali: Influenzare le politiche energetiche nazionali dei paesi membri della UE per favorire la transizione verso fonti energetiche più sostenibili e meno inquinanti. Questo può includere obiettivi di riduzione delle emissioni di gas serra, promozione dell'efficienza energetica, incentivi per le energie rinnovabili e soprattutto la riduzione delle sovvenzioni per l’utilizzo delle energie provenienti dai fossili.
Coinvolgere il settore privato: Collaborare con le aziende per incoraggiarle a investire in soluzioni energetiche sostenibili e ridurre gradualmente la loro dipendenza da fonti energetiche non sostenibili contrastando gli investimenti nel comparto fossile tramite tassazioni penalizzanti.
Educazione e consapevolezza: Promuovere programmi di educazione e sensibilizzazione sulle questioni energetiche, inclusi i vantaggi delle fonti di energia rinnovabile e i rischi associati al nucleare e al gas.
Monitoraggio e valutazione: Creare meccanismi di monitoraggio e valutazione per
misurare il progresso verso la denuclearizzazione civile/militare e la riduzione dell'uso del gas, tenendo conto degli obiettivi ambientali e climatici stabiliti a livello internazionale. Collaborazione internazionale: Lavorare a livello internazionale per promuovere la denuclearizzazione civile/militare, includendo l'adesione a trattati e accordi multilaterali che favoriscano l'abbandono del nucleare e l'adozione di fonti energetiche sostenibili.
Raggiungere la denuclearizzazione civile/militare richiederà tempo, sforzi e un impegno coordinato a livello europeo e globale. La transizione verso un'energia più sostenibile è una sfida importante, ma è anche cruciale per affrontare le questioni ambientali e climatiche del nostro tempo.
.ausgestrahlt
È un’organizzazione antinucleare attiva dal 2008 sul territorio federale tedesco.
Lo scopo principale si concentra sul coordinamento di azioni nazionali ed internazionali contro la lobby nucleare, nella convinzione sulla pericolosità di impianti industriali insicuri (Chernobyl e Fukushima ne sono un esempio chiarissimo) che costituicono una minaccia per gli esseri viventi e che le scorie irradiate continueranno a gravare sulle generazioni future.
Sortir du nucléaire
Riunisce tutti coloro che desiderano esprimere la loro volontà di eliminare gradualmente l'energia nucleare. Obiettivo principale consiste nella eliminazione del nucleare in Francia attraverso una politica energetica diversa, in particolare promuovendo la gestione dell'energia e lo sviluppo di altri mezzi di produzione di elettricità.
Dal 1997 l’associazione ha vissuto un'impressionante ascesa al potere con l'obiettivo di riunire il maggior numero possibile di persone e gruppi. Attualmente ne fanno parte circa 900 associazioni e 60.000 cittadini.
IPPNW
È un'associazione internazionale di medici che, tra le altre cose, si impegna
principalmente per il disarmo delle armi nucleari.
La sua sede internazionale è a Somerville, nel Massachusetts. Nel 1985, l'organizzazione ha ricevuto il Premio Nobel per la Pace per il suo "informato e importante lavoro di informazione", che ha sensibilizzato la popolazione sulle "conseguenze catastrofiche della guerra nucleare“.
La sezione tedesca rappresenta la più grande organizzazione professionale per la pace in Germania, con circa 8.000 membri.
Nucleare civile e militare
Associamo nuleare civile e militare, perché qualunque paese tramite le tecnologie utili al nucleare civile può passare con facilità alla realizzazione di ordigni nucleari. Per alimentare le centrali nucleari sono necessarie le barre combustibili, che a loro volta sono il risultato di un processo industriale dove entra in gioco l’arricchimento del uranio, speficamente nella forma dell’isotopo 235. Dale turbine si possono ottenere concentrazioni di questo isotopo - per le barre cobustibili attualmente è sufficiente arrivare al 3 al 5 % per raggiungere il 20 % nei reattori avanzati - fino al 90%, dalle quali passare ad ordigni nucleari il passo è breve.
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CONTRIBUTO AL PROGRAMMA DI ANTONELLA NAPPI
L’onore degli uomini non è avere le armi in pugno ma fare il lavoro di pulizia in casa (il lavoro di cura) senza pensare di perdere tempo
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