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Buchel, No first use e preCOP - e COP26 - verso il coordinamento antinucleare europeo

Sotto, dopo la convocazione dell'incontro online del 14 agosto 2021, sui punti sopra citati, con obiettivo la mobilitazione alla preCOP di Milano,  riportiamo gli appelli  di:

1 - Climate Open Platform

2- Climate Justice Platform (si prevede una assemblea preparatoria per il 12 settembre 2021)

3 - XR PACE Italia

L'appello di XR PEACE per Glasgow è rinvenibile al link:

 

Incontro organizzativo online il 14 agosto 2021(ore 16-20) al seguente link:

meet.google.com/zgd-svbc-cwj

Proseguiamo il cammino iniziato come Disarmisti esigenti e partners con due precedenti incontri online. Questo è l'avviso della discussione operativa che proponiamo, con lo  scopo di chiarimento organizzativo, non come proiezione esterna.
Questa volta sottolineiamo che facciamo uno speciale riferimento all'appello di XR PEACE dal Regno Unito per inserire il disarmo negli accordi di Parigi sul clima mobilitandoci con questo obiettivo alla COP26 di Glasgow, dal 1 al 12 novembre.
Nell'agenda della discussione focalizzeremo l'interesse su due scadenze:
1- in Germania, il 5 settembre a Buchel (preceduto dal referendum ad Amburgo per vietare l'attracco nel porto a chi trasporta armi: è prevista una manifestazione il 1 settembre cui partecipa il comitato di Trieste);
2- il 28 settembre, fino al 3 ottobre, alla preCOP di Milano,  che precede Glasgow.
Qui i movimenti si stanno attrezzando con contenitori (piattaforme) entro cui poter inserire, facendo rete, varie possibili iniziative.

E' stato inviato, da parte dei Disarmisti esigenti, documento sotto riportato di adesione alla Climate Open Platform, la Rete promossa dagli FFF, che ha un'ottica di pressione verso il livello istituzionale, ed abbiamo prenotato il 30 settembre l'Auditorium Valvassori Peroni per tenervi un convegno sul PIANO ENERGETICO E CLIMATICO ALTERNATIVO con particolare attenzione all'occupazione (si propone di lanciare uno studio da finanziare).
Lo stesso potrebbe essere fatto con la Climate Justice Platform, altra Rete promossa da altri soggetti di movimento, ad esempio i No TAV, che organizza un campeggio per contestare alla radice il meccanismo delle COP, giudicato però fallimentare in partenza "perché dietro la COP agiscono interessi finanziari che non hanno a cuore la tutela della vita e degli ecosistemi, ma la tutela di interessi privati".
Anche XR Italia sta organizzando un suo campeggio con un'ottica di "disruption": lo slogan è "solleviamoci a Milano"! L'idea è di organizzare azioni dirette nonviolente organizzandosi in "gruppi di affinità" auronomi, ma con strutture nazionali di supporto.

Una presenza autonoma e organizzata di XR PACE potrebbe essere utile perché potrebbe, sull'esempio inglese, dare voce e ruolo al mondo ecopacifista di solito ignorato. L'obiettivo di una azione simbolica potrebbe riguardare la contestazione delle banche armate e nucleari.

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Da parte di Alfonso Navarra - portavoce dei Disarmisti esigenti - cell. 340-0736871
www.disarmistiesigenti.org

I Disarmisti Esigenti, consapevoli dell'intreccio inestricabile tra minaccia nucleare-militare, minaccia ecologico-climatica e minaccia dell'ineguaglianza sociale, ed impegnati nei limiti delle loro possibilità e forze a contrastarle, sono convinti che la lotta per la pace debba promuovere la giustizia ambientale nel mondo: deve essere riconosciuto il diritto delle comunità e dei popoli a esercitare, in nome e per conto dell'umanità e della terrestrità, il pieno controllo sulle risorse naturali ed energetiche del proprio territorio.

La Climate Open Platform, nel suo appello, con giustizia climatica intende quel cambiamento sociale, economico e politico volto a fermare ed invertire gli effetti del cambiamento climatico e ridistribuire in modo equo risorse e benessere a livello globale, attraverso un ruolo forte degli stati e la centralità della democrazia reale e della partecipazione.

Condividendo questa premessa,  abbiamo deciso di aderire a questa importante e utile rete organizzativa, che vuole prendere voce in occasione della preCOP di Milano e COP26 del prossimo novembre a Glasgow (Scozia), dove si riuniranno le nazioni di tutto il mondo per decidere sul futuro di tutti gli abitanti del pianeta.

Il nostro contributo caratterizzante starà nello sforzo di fare convergere l'istanza antinucleare, intesa come opposizione all'atomo di guerra ma anche a quello presunto civile, con la priorità urgente delle campagne per la proibizione delle armi nucleari, il no first use, e il no al ritorno degli euromissili in Europa, nell'insieme delle tematiche di lotta dei movimenti per l'alternativa.
L'obiettivo è di inserire la valutazione delle attività militari e belliche - e quindi il disarmo come soluzione al grave inquinamento da esse prodotte - negli accordi di Parigi sul clima.

E' un obiettivo - il disarmo anche nel suo impatto ecologico - che riteniamo rientri del tutto logicamente nell'impegno complessivo degli altri convergenti nella Piattaforma, cioè, come recita l'appello della rete, "la difesa della vita sul Pianeta cui apparteniamo dall’approccio predatorio ed estrattivista che i potenti della terra hanno portato avanti negli ultimi secoli".

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CLIMATE OPEN PLATFORM: COSA VOGLIAMO?

Gli Accordi di Parigi della COP21 del 2015 sembravano un importante primo passo nella giusta direzione. A sei anni di distanza i risultati conseguiti sono largamente insoddisfacenti.

L’obiettivo di limitare il riscaldamento globale al di sotto di 1,5 gradi è stato messo in discussione, tanto che ora si parla di non superare i 2 gradi. Ma tra i due valori c’è un’enorme differenza rispetto all’impatto sugli ecosistemi e alla vita delle persone che vivono nelle zone più a rischio.

Siamo stanchi che la crisi climatica non venga presa sul serio e siamo stanchi delle promesse vuote di politici e governi di tutto il mondo. Sono stati fatti timidi passi avanti, ma non si è ancora agito con la necessaria urgenza e concretezza, mentre già si abbattono su di noi fenomeni meteorologici estremi, desertificazione e molti altri eventi cataclismici.
Siamo stanchi dell’opera di inquinamento e greenwashing del dibattito pubblico da parte delle compagnie petrolifere, delle lobby private e di tutti gli altri grandi devastatori del pianeta. Pensiamo sia importante che la vita sul pianeta venga difesa dall’approccio predatorio ed estrattivista che i potenti della terra hanno portato avanti negli ultimi secoli.

Per questo è fondamentale prendere voce in occasione della COP26 del prossimo novembre, a Glasgow (Scozia) dove si riuniranno le nazioni di tutto il mondo per decidere sul futuro di tutti gli abitanti del pianeta.

Le tappe di avvicinamento verso questo evento si terranno proprio nel nostro Paese, a Milanotra il 28 settembre e il 2 Ottobre. La Youth4Climate e la PreCOP sono chiamate ad avanzare raccomandazioni e a definire i temi chiave per i negoziati del mese successivo.

Diamo quindi vita al percorso “Climate Open Platform”. Come società civile movimenti vogliamo fare la nostra parte, monitorando e cercando di influenzare i processi istituzionali, in accordo con le associazioni e i movimenti che agiranno a Glasgow e che condividono il principio guida della nostra azione: la Giustizia Climatica.

Con giustizia climatica intendiamo quel cambiamento sociale, economico e politico volto a fermare ed invertire gli effetti del cambiamento climatico e ridistribuire in modo equo risorse e benessere a livello globale, attraverso un ruolo forte degli stati e la centralità della democrazia reale e della partecipazione.

Un impegno di giustizia che conferisce al riscaldamento globale una dimensione etica e politica, oltre che ambientale, e che esige di considerare l’impatto sproporzionato dei cambiamenti climatici sui cittadini e sulle comunità, sia nelle economie ricche che in quelle impoverite. I gruppi sociali e i popoli più vulnerabili sono infatti quelli che ne subiscono l’impatto maggiore anche se sono i meno responsabili delle emissioni climalteranti complessive. I diritti dei popoli, specialmente nelle aree del mondo storicamente e/o tuttora sfruttate, devono essere tutelati.

Premettendo che:

  • Nei rapporti IPCC (in particolare “Special Report: Global Warming of 1.5°C”), l’abbandono dei combustibili fossili è una costante per gli scenari di sviluppo che permetterebbero di raggiungere il traguardo degli 1.5°C. Pertanto è necessario che non siano autorizzati nuovi progetti di ricerca, estrazione, processazione (trasformazione) e consumo di combustibili fossili, e che si proceda ad una graduale riconversione di quelli esistenti, procedendo verso una giusta transizione.
  • UNFCCC sostiene che la transizione ad un’economia circolare sia necessaria: la produzione ed i consumi devono seguire i ritmi dettati dai reali bisogni umani compatibilmente con le risorse naturali. Abbandonando quindi l’idea di una crescita infinita in un mondo finito, anche la finanza deve cambiare radicalmente il suo approccio disinvestendo dalle fonti fossili e dai progetti estrattivi incompatibili con la tutela del pianeta e chi lo vive, reindirizzando le risorse verso iniziative realmente sostenibili e solidali.
  • Affinché la lotta per la giustizia climatica segua il consenso scientifico affidandosi alla migliore scienza a disposizione e affinché la comunità scientifica abbia un ruolo attivo nel contribuire a determinare gli obiettivi ed i passaggi della transizione verso uno scenario climatico stabile e sicuro per il pianeta e chi lo vive, la conoscenza scientifica deve essere libera, gratuita, accessibile e partecipabile. Nessuno deve trarre profitto sulla conoscenza scientifica e per questo ribadiamo anche la necessità che i vaccini per il Covid siano liberi dai diritti di proprietà intellettuale.
  • Numerosi studi e statistiche sottolineano il legame tra crisi climatica e violazioni dei diritti umani: il cambiamento climatico mette a rischio la sicurezza ed i mezzi di sostentamento di miliardi di esseri umani. I diritti umani (includendo ma non limitandosi a quelli sanciti nella carta internazionale dei diritti umani) e i diritti dei lavoratori e delle lavoratrici, devono essere garantiti per tutte e tutti, ovunque. Assieme ai diritti umani vanno riconosciuti i diritti della natura, così come sostenuto dalle cosmogonie indigene.
  • I popoli e territori che stanno soffrendo per primi e più duramente gli effetti della crisi climatica hanno in comune un passato di sfruttamento da parte delle potenze coloniali e sono quelli che hanno minori responsabilità per la crisi climatica. La lotta per la giustizia climatica è quindi una lotta antirazzista e anticolonialista. È necessario smantellare il sistema che continua a perpetrare disuguaglianze e sfruttamento su scala globale. È necessaria l’introduzione di riparazioni verso le comunità del Sud Globale e le comunità indigene di tutto il mondo, esigendo il finanziamento immediato del Green Climate Fund e ripagandole appieno attraverso una redistribuzione di potere e risorse, nonché la cancellazione del debito dei paesi più poveri.
  • La lotta per la giustizia climatica è una lotta transfemminista che promuove l’abolizione dei ruoli di genere e delle dinamiche patriarcali nella famiglia, nella società, nell’economia, nella politica ed in ogni altro contesto.
  • È ormai appurato il legame tra pandemia, zoonosi e distruzione degli ecosistemi. La tutela degli ecosistemi è tutela del benessere e della salute umana, e poiché vige una relazione di interdipendenza tra ogni essere vivente, è importante che venga protetta. Al perseguimento di questo obiettivo sarà fondamentale la COP15 sulla Biodiversità che deve definire limiti più stringenti per la conservazione della biodiversità e opporsi a tutti gli interventi che la alterano, a partire dall’introduzione di specie invasive fino all’inquinamento di suolo, acqua e aria.
  • La crisi climatica mette a rischio milioni di posti di lavoro in tutto il mondo. Per tutelare le lavoratrici ed i lavoratori è necessaria una giusta transizione ecologica, che non può avvenire a loro spese. Devono essere definiti, attraverso percorsi partecipativi, piani per la giusta transizione per pianificare un nuovo modello di sviluppo sostenibile e creare nuovi posti di lavoro e misure di giusta transizione, ammortizzatori sociali universali, formazione permanente e riqualificazione professionale. I diritti delle lavoratrici e dei lavoratori devono essere tutelati ed i loro mezzi di sostentamento garantiti durante e dopo la transizione verso un’economia sostenibile.
  • Il nostro pianeta, l’unico che abbiamo, è un bene comune condiviso da chiunque lo abiti. Ogni individuo ha diritto alla libertà di movimento e ogni migrante deve vedersi riconosciuti i diritti fondamentali, soprattutto in una situazione di crisi pandemica e climatica che aumenta le disuguaglianze su scala globale. La COP26 deve procedere speditamente per il riconoscimento dei migranti ambientali e relativo sostegno a programmi di adattamento e riparazione di danni e perdite (loss & damages).
  • I progetti delle grandi opere inutili, dannose e inquinanti non sono più sostenibili e vanno favoriti interventi più localizzati che garantiscano la salute dei territori e di chi li abita.
  • Riconosciamo il fondamentale ruolo che un’istruzione gratuita e libera dai finanziamenti dei privati ha nel dare a noi e alle prossime generazioni gli strumenti essenziali per immaginare e praticare una transizione ecologica e un cambiamento giusto ed equo.

A partire da queste premesse, la Climate Open Platform si propone di essere uno spazio di convergenza politica e organizzativa, in cui continuare un lavoro collettivo basato sul confronto e il consenso tra tutte le realtà e gli individui che vorranno prendere parte alla costruzione di questo percorso.

Durante l’ultima settimana di settembre, in contemporanea con gli incontri di Youth Cop e Pre Cop, Climate Open Platform organizzerà a Milano l’Eco-social Forum, una settimana, di eventi, iniziative, dibattiti, azioni, che mettano al centro la battaglia per la giustizia climatica e sociale, e scenderà in piazza il 1 e 2 ottobre, tornando a portare nelle strade della città la lotta per un mondo più giusto.

Inoltre Climate Open Platform valuterà la partecipazione o la solidarietà ad azioni e mobilitazioni non violente per la giustizia climatica organizzate da altri/e attivisti/e, organizzazioni e movimenti, che promuovano un orizzonte di rivendicazione coerente con questo appello.

Verso e durante questi importanti eventi vogliamo costruire un percorso che faccia sentire la nostra voce, la voce di tutte e tutti, la voce di chi vuole dare un futuro diverso al pianeta.

Diffondiamo, partecipiamo, organizziamoci!

 

 

Hanno aderito fino ad ora: 

A Sud Onlus, ActionAid, ARCI, Associazione Terra!, Animal Save Italia, Attac, CGIL, Climate Save Italia, CUB,  Fridays for Future Italia, Fairwatch, Focsiv, Fondazione Univerde, Fondazione Finanza Etica, Forum Italiano dei Movimenti per l’Acqua, Greenpeace Italia, Gruppo Abele, IPSIA – Istituto Pace Sviluppo Innovazione ACLI, Health Save Italia, Laudato si’, Legambiente, Libera Contro le Mafie,  Link – Coordinamento Universitario, Mani Tese, Parents For Future,  Rete della Conoscenza, Rete degli Studenti Medi, Rinascimento Green, Sbilanciamoci!, Sì alle energie Rinnovabili No al Nucleare, Società della Cura, Teachers For Future, Unione degli Studenti, Unione degli Universitari,  UP – su la testa!, Valori.it, WWF Italia, WWF YOUng

ACRA, Arci provinciale Como, Arci Noerus, Arci Ecoinformazioni, Associazione Alfonso Lissi, Associazione Territori – Natura Arte Cultura, Associazione Futuro sostenibile in Lomellina OdV, Auser Como, Battito D’Ali, Cantiere Milano, CeVI – Centro di Volontariato Internazionale, Coordinamento ravennate Per il Clima-Fuori dal Fossile, Comitati cittadini per l’ambiente di Sulmona, Comitato referendario Acqua Pubblica Brescia, Comitato Baiamonti Verde Comune, Comitato La goccia, Comitato Salviamo il Parco Bassini, Comitato Chiapas “Maribel” di Bergamo, Colomba – Cooperazione Lombardia, Comitato milanese acqua pubblica, comitato No logistica di Trivolzio, Comitato No alla strada nel parco, Como Iubilantes, Rete dei Cammini, Comitato Parco Regionale Groane – Brughiera, CSF – Como senza frontiere, Circolo Ambiente Ilaria Alpi – Cantù, Comunità Laudato Si’ Pavia , Coordinamento No Pedemontana, Culturaintour, Fiab Como Biciamo, Dimensioni Diverse Onlus, Emergenzaclimatica.it, FIOM Milano, FIOM Lombardia, FLC Milano, Fondazione Gaia, Il sellino spiritato, Il Faggio sul Lago (Como), ISDE Medici per l’Ambiente sezione di Como, Istituto Oikos ONLUS, Lato B, Legambiente Lombardia, Libera Lombardia, Lipu Como, Orsa Pro Natura Peligna Sulmona, Milano Climate Save,  Movimento No TAP della Provincia di Brindisi, Mutuo Soccorso Milano-Lambretta, No Hub del gas Abruzzo, R.E.S.T.A, Rete della Conoscenza Milano, ReteScuole, Sportello Donna Pavia, Statale Impatto Zero, Stati Generali delle Donne Pavia, Studenti Tsunami, Unione degli Studenti Lombardia, We For The Planet, WWF Insubria, WWF Lombardia, WWF Trentino

Per adesioni info@climateopenplatform.org

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Verso la Precop di Milano: appello per un Climate Camp (infoaut.org)

Verso la Precop di Milano: appello per un Climate Camp

Tra il 27 settembre e il 2 ottobre si terranno a Milano alcuni appuntamenti preparatori alla COP26 di Glasgow. In 27 anni di esistenza, la Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici non è mai riuscita a imporre un netto cambio di rotta in termini di emissioni climalteranti e contrasto alla crisi climatica. Di fronte ai limiti della Conferenza delle Parti, abbiamo deciso di costruire uno spazio alternativo alla Youth COP e alla Pre-COP milanesi, un Climate Camp che si terrà a Milano dal 30 settembre al 3 ottobre. Per questo invitiamo tutte le realtà impegnate nella lotta politica, ecologica, transfemminista e per la giustizia sociale a farne parte e a contribuire alla costruzione della Climate March che proponiamo a Milano il 2 ottobre 2021. Per la costruzione di questa mobilitazione invitiamo tutt* all’assemblea pubblica del 12 settembre della Climate Justice Platform.

La nuova normalità in cui abbiamo imparato a vivere ha esacerbato vecchie disuguaglianze e ha cambiato il nostro modo di attraversare la realtà. Le nostre città si sono rivelate incapaci di fermare la pandemia in atto e quelle che verranno, perché senza alcun cambiamento strutturale ne verranno molte altre, come gli scienziati ci ripetono da 30 anni. La crisi umanitaria, che ha colpito in modo diverso le aree ricche e quelle povere del pianeta, è stata gestita cercando di proteggere prima di tutto l'economia e solo in secondo luogo la vita delle persone, alcune delle quali hanno continuato a lavorare ininterrottamente e con pochissime protezioni. Gli sviluppi di questa crisi hanno riconfermato che il benessere profondo delle persone, l'istruzione, la socialità e la salute mentale non rientrano tra le priorità del sistema in cui viviamo.

I governi hanno finto di ascoltare le richieste dei movimenti per la giustizia climatica, istituendo ad esempio in Italia il Ministero della transizione ecologica. Un Ministero che però non mette in discussione il modello di sviluppo capitalista, che continua a mettere al centro l'accumulazione di profitto anziché il benessere delle comunità.

Governi e aziende cercano consenso ricorrendo alla retorica della transizione che la crisi climatica ed ecologica rende necessaria. Questo "cambiamento", guidato dalla finanza e dai governi, consegna nelle mani delle grandi corporation un mercato che affonda le radici in nuovi territori da depredare e popolazioni da affamare per non rallentare la produzione. Per noi, invece, "cambiamento" significa far cessare immediatamente il paradigma della crescita infinita, fatto di estrattivismo e dominio esercitati sui corpi e sui territori, di sopraffazione e speculazione, di lavoro di cura invisibilizzato imposto ai corpi delle donne.

La serie di incontri preparatori e la COP26 si terranno in una fase storica decisiva, durante una crisi economica e sociale di dimensioni globali, in un momento in cui si deciderà il futuro della vita sul pianeta. Negli ultimi trent’anni il dibattito si è concentrato quasi esclusivamente sulla limitazione del danno e spesso non si è giunti che alla firma condivisa di generiche dichiarazioni di intenti, a volte senza riuscire nemmeno ad arrivare a un accordo, invece che affrontare i problemi ecologici da un punto di vista strutturale. Nel frattempo le condizioni generali dell'ecosistema sono peggiorate enormemente e la finestra temporale in cui l'agire può generare effetti sensibili si restringe ogni giorno di più. I governi non hanno coscienza della gravità della crisi in cui siamo: abbiamo affidato la nostra vita a persone che non sono adatte a proteggerla.

Le rivendicazioni dei movimenti per la giustizia climatica devono essere intersezionali, accogliendo e facendo proprio il principio think global, act local: per questo la Climate Justice Platform ha lanciato e sta costruendo appuntamenti di condivisione e convergenza come il Climate Camp (30/09-03/10) e la costruzione del corteo della Climate March (02/10). Crediamo che dopo tutto ciò che è successo negli ultimi anni sia davvero impossibile proseguire sulla stessa linea e che si debba riconoscere che le COP, pur avendo una minima capacità decisionale data dalle sanzioni che prevedono, sono espressione di un mondo in cui il potere finanziario e lobbistico domina su quello istituzionale. Nel frattempo siamo arrivati a un limite che l'intero sistema non può superare. In Italia, nonostante i problemi portati alla luce dalla crisi climatica e da quella pandemica, il governo Draghi ha impostato l'intero Piano di Ripresa e Resilienza con l'obbiettivo di rilanciare l'estrattivismo, le grandi opere inutili e le produzioni industriali inquinanti. Mentre la Sardegna brucia e la provincia di Como è devastata dalle piogge anomale di questo luglio, la salvaguardia e la cura dei territori vengono nuovamente sacrificati sull'altare della crescita e del profitto. Continua ad essere portata avanti una gestione delle risorse criminale e violenta, mentre il ministro della "transizione ecologica" ha definito la stessa come un "bagno di sangue", perpetrando la narrazione falsa della contrapposizione tra ambiente e lavoro. E mentre in Italia succede questo, il resto del mondo è anch’esso devastato da eventi atmosferici estremi, che sono destinati a inasprirsi sempre più.

La contraddizione tra capitale e vita è insanabile e ragionando con le stesse logiche che ci hanno condotto fin qui non è possibile trovare soluzioni.

Nell'ultimo decennio sono nate esperienze politiche nuove e globali, che seguono un dialogo costante nato tra le lotte per la decolonizzazione e per il superamento del patriarcato. Vorremmo cogliere questa occasione per dare vita a un momento largamente partecipato in cui si raccolga la saggezza collettiva, si confrontino idee e pratiche rivoluzionarie, analisi e esperienze di comunità, proposte di mutamento e pratiche quotidiane di liberazione dal sistema tossico di cui siamo tuttə vittime. Per questo invitiamo tutte le realtà impegnate nella lotta politica, ecologica, transfemminista e per la giustizia sociale a partecipare a questo appuntamento.

Mettere a disposizione uno spazio di discussione, confronto e azione come il Climate Camp, sentiamo sia un atto dovuto.

Per concludere, rinnoviamo il nostro invito il 12 settembre all'assemblea pubblica della piattaforma, dove verrà presentato il programma del Climate Camp (30/09-03/10) e dove costruiremo anche la Climate March del 2 ottobre.

Prenota il tuo posto al Climate Camp tramite il form che trovi al link sottostante:

https://climatecamp.wufoo.com/forms/zjnk7x604w4nj8/

Per aderire scrivi alla pagina!

- Kasciavìt

- C.S. Azadì

- Extinction Rebellion Milano

- Ecologia Politica

- GreenPeace Italia

- CSA Baraonda

- RiseUp For Climate Justice

- Macao

- Extincion Rebellion Italia

- Baronata

- Offtopic

- Survival International

-OurVoice

-Mezzocannone Occupato

-Laboratorio Insurgencia

-Coordinamento Kaos

-FridaysForFuture Napoli

-Qui si muore - SOS Molise

-Napoli, Chiaiano

-Rete Commons

-Stop Biocidio

- Centri sociali del nordest

- coord. Studenti medi Venezia Mestre

- Loco

- Assemblea permanente contro il rischio chimico-porto Marghera

- Comitato Opzione Zero

- No dal Molin

- Comitato no maxipolo

- FFF Treviso

- FFF Padova

- FFF Venezia Mestre

- FFF Trento

- FFF Vicenza

- Comitato no grandi navi

- pfasland Veneto

-Movimento NoTav

-Fridays for future alessandria

-Comitato Stop Solvay

-No deposito nucleare nè qui nè altrove

-Laboratorio Sociale Alessandria

-Casa delle Donne

-Nudm Alessandria

-Adl cobas Alessandria

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Extinction Rebellion - Italia

DAL G20 ALLA COP26. PASSANDO PER MILANO.

A luglio, i ministri dell’ambiente delle potenze del G20 - che rappresentano più del 90% della produzione economica mondiale - si sono riuniti a Napoli. Questo incontro avrebbe dovuto fornire un enorme trampolino di lancio verso la Conferenza sul clima delle Nazioni Unite, la COP26, che si terrà a novembre a Glasgow. Ma così non è stato.

I paesi del G20 hanno fallito, ancora una volta. Hanno fallito nel trovare l’intesa sulla data per l’uscita definitiva dalla fonte fossile più inquinante, il carbone. Allo stesso modo, hanno fallito nel concordare il più ambizioso obiettivo di limitare il riscaldamento globale ad un aumento di 1,5°C.

Il prossimo passo avverrà a Milano, dove dal 28 settembre al 3 ottobre si terrà la YouthCOP e la PreCOP. La prima sarà un incontro di una delegazione di giovani e la seconda sarà l’incontro tecnico e politico preparatorio alla COP26 di Glasgow, la 26esima Conference of Parties, dove i leader globali si incontreranno per discutere dei cambiamenti climatici.

Anche noi saremo lì.

Perché le 25 COP precedenti non hanno agito davanti alla crisi in atto. Perché in 25 anni governi e media non hanno detto la verità, perché gli incontri dei grandi del mondo escludono la cittadinanza, opponendosi ad una sempre più necessaria democrazia partecipativa.

Per unirti alle Azioni Dirette NonViolente che porteremo a Milano come Extinction Rebellion trovi tutte le informazioni nella sezione “Come Partecipare” qui sotto.

MILANO CLIMATE CAMP

Intendiamo cogliere l’occasione per dare vita a un movimento largamente partecipato in cui si raccolga la saggezza collettiva, si confrontino idee e pratiche rivoluzionarie, analisi e esperienze di comunità, proposte di mutamento e pratiche quotidiane di liberazione dal sistema tossico di cui siamo tuttə vittime. Per questo invitiamo tutte le persone e le realtà impegnate nella lotta politica, ecologica, transfemminista e per la giustizia sociale a partecipare, contribuire e aiutarci nella costruzione del Climate Camp che si terrà a Milano tra il 30 Settembre e il 3 Ottobre 2021. Più informazioni sul Climate Camp sulla pagina facebook dedicata e sulla scheda dell’evento.

MOSTRA COMUNICARE LA CRISI

 Vogliamo organizzare una Esposizione Artistica Collettiva che generi idee nuove di comunicazione sulla crisi eco-climatica che possano ispirare modi diversi di comunicare la crisi, aggirando i blocchi psicologici difensivi, con messaggi stimolanti, fuori dai soliti schemi.

Per questo, nelle giornate di mobilitazione, al Tempio del Futuro Perduto di Milano, organizzeremo la mostra “Come comunicare la crisi Eco-Climatica?”. Ci piacerebbe che la produzione artistica si concentrasse sulla creazione di opere in formato poster, che crediamo possa rivelarsi fondamentale nel comunicare con un pubblico vasto e eterogeneo.

Per più informazioni riguardo al materiale artistico da inviare e la mostra, puoi scaricare, cliccando sulle parole, L’INVITO e LE ISTRUZIONI. La scadenza per la consegna delle opere e il 5 settembre, se deciderai di contribuire puoi compilare questo form, mentre per più informazioni puoi scrivere a xrartmilano@protonmail.com.

 From the 27th of September to the 3rd of October, we will organize a collective art exhibition called “How to communicate the Ecological and Climatic Crisis?”. We would like the artistic production to focus on the creation of works in poster format. All of the information and guidelines needed to partecipate can be found in THIS FILE, the deadline for the delivery of the artworks is September the 5th.

COME PARTECIPARE

Durante la mobilitazione a Milano in occasione delle giornate della PreCOP i Gruppi di Affinità e i Gruppi Locali saranno autonomi nel pianificare e realizzare azioni, coordinandosi tra loro e con il supporto dei gruppi di lavoro nazionali. Anche se non sarai fisicamente a Milano, il tuo contributo può essere fondamentale. Scopri come!

UNISCITI AD UN GRUPPO LOCALE

Contatta il Gruppo Locale più vicino a dove vivi, partecipa alle riunioni, alle formazioni, alla pianificazione delle azioni e per unirti ad un gruppo di affinità (vedi meglio sotto). In particolare, se vivi nella zona di Milano, contatta il gruppo locale a xrmilano@protonmail.com per partecipare all’organizzazione degli eventi!

FORMA UN GRUPPO DI AFFINITÀ

I Gruppi di Affinità sono i gruppi autonomi e operativi nelle azioni di Extinction Rebellion. Sono la parte fondamentale nella progettazione delle azioni! Osservando le richieste e i principi di Extinction Rebellion, chiunque può formare un Gruppo di Affinità insieme alle persone con cui si sente in sintonia ad entrare in azione.

Per formare un GDA (o unirti ad uno!) contatta ə ribelli del tuo gruppo locale o di quello più vicino a te e segui una formazione online o in presenza: qui trovi gli eventi in programma - se non ci sono formazioni che fanno al caso tuo, puoi contattare il gruppo locale più vicino oppure il Gruppo Escalation.

Fai già parte di un GDA? Coordinati con gli altri GDA per pianificare insieme le azioni di Milano attraverso il Consiglio delle Azioni, ogni venerdì alle 18! Per partecipare, scrivi a squirrel.xr@protonmail.comAssicurati che almeno una persona del tuo GDA stia partecipando alle chiamate del Consiglio delle Azioni!

ENTRA IN UN GRUPPO DI LAVORO DI XR SUPPORTO ITALIA

I gruppi di lavoro di XR Supporto Italia (SIT) sono dei gruppi che supportano i diversi aspetti delle azioni e mobilitazioni di Extinction Rebellion in Italia. C’è tanto lavoro da fare in questo super organismo e il contributo di ognunə è importante. Esplora i diversi gruppi di lavoro e scopri come meglio puoi contribuire col tuo tempo e competenze all’organizzazione del movimento.

 

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