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2MSP Secondo meeting Stati parte del TPNW

(foto di ICAN)

SECONDO INCONTRO DEGLI STATI PARTE DEL TPNW (NYC dal 27 nov. al 1 dic. 2023)

Siamo stati presenti, DE & partners, con delegato Sandrino Ciani, portando un working paper, per dare qualità alla voce della società civile rappresentata da ICAN. Lavoriamo per il coordinamento con la Campagna NFU nel testo stesso del Trattato. L'universalizzazione del TPNW sarà frutto di una strategia di diplomazia popolare capace di coinvolgere le stesse potenze nucleari, a partire dalla presa d'atto della centralità del rischio costituito dalla deterrenza, rispetto alle argomentazioni giuridiche.

Per sottoscrivere online il documento: 

https://www.petizioni24.com/ican-nfu

Sull'Italia, in particolare, Paese della condivisione nucleare NATO, va continuata la pressione per una denuclearizzazione unilaterale: in questo senso va la denuncia sulla illegalità presentata il 2 ottobre 2023 al Tribunale di Roma.

QUI sotto i resoconti di Sandrino Ciani, di Mondo Senza Guerre e senza Violenza, le nostre considerazioni, e altro materiale relativo alla Conferenza di New York. 

Questo il link ufficiale ai documenti prodotti durante la Conferenza:
https://meetings.unoda.org/meeting/67225/statements

Si è concluso a New York il secondo incontro degli Stati parte del TPAN

Si è concluso Venerdì 1° dicembre a New York il secondo incontro degli Stati parte del Trattato di Proibizione delle Armi Nucleari (TPAN).

Di seguito alcuni punti salienti dell’incontro avvenuto a NYC dal 27 novembre al 1° dicembre 2023 in base alle note quotidiane condivise:

  1. Un centinaio di Paesi hanno partecipato ai lavori, ossia 59 Stati parte, 11 Stati firmatari e 35 osservatori, dei quali una novantina hanno contribuito in modo dinamico e impegnato all’incontro;
  2. I lavori in corso coinvolgeranno oltre agli Stati anche il Comitato internazionale della Croce Rossa, l’ICAN ed i suoi membri associati e tutte le parti interessate, senza dimenticare il coinvolgimento per la prima volta di un comitato di esperti scientifici che ha lo scopo di valutare gli impatti umanitari causati da tali armi;
  3. Sulla base dei report del Comitato Scientifico sono state presentate nuove prove, anche sugli effetti a cascata sulle forniture alimentari, sul sistema finanziario e sulle forniture energetiche;
  4. Questi studi hanno spinto più di 90 investitori, che rappresentano oltre 1.000 miliardi di dollari di asset in gestione, ad incoraggiare gli Stati a collaborare con la comunità finanziaria per rafforzare ulteriormente le norme e gli obiettivi del trattato, anche per porre fine ai rapporti di finanziamento con l’industria delle armi nucleari;
  5. Una dichiarazione congiunta approvata da 26 organizzazioni guidate da comunità colpite dal nucleare e sostenuta da altre 45 organizzazioni alleate ha affermato: “Abbiamo il diritto e la responsabilità di parlare delle conseguenze reali delle armi nucleari… Chiediamo agli Stati parti del TPAN di spingere incessantemente per la sua universalizzazione”;
  6. Una delegazione di 23 parlamentari provenienti da 14 Paesi, la maggioranza dei quali deve ancora firmare il trattato, si è riunita a margine della conferenza e ha rilasciato una dichiarazione in cui denunciava le minacce nucleari esortando i propri governi a firmare e a ratificare urgentemente il trattato;
  7. A margine dell’incontro si sono svolti più di 65 eventi, tra cui mostre d’arte, concerti, tavole rotonde, cerimonie di premiazione ecc.

Tuttavia, l’aspetto principale sul quale si è convenuto riguarda la “deterrenza nucleare” in quanto rappresenta un problema di sicurezza significativo per il mondo.

Gli stati parte del TPAN hanno convenuto che la politica legata alla deterrenza nucleare rappresenta sia una minaccia alla sicurezza umana che un ostacolo al progresso verso il disarmo nucleare.

La terza riunione degli Stati parti del trattato si svolgerà dal 3 al 7 marzo 2025, sempre a New York.

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Post del 5 dicembre 2023

COSA E' STATO DECISO AL SECONDO MEETING DEL TPNW?Ne discutiamo su zoom oggi, martedì 5 dicembre, dalle ore 18:00 alle ore 20:00 L'incontro registrato, anche con scopi formativi ed educativi, è collocato su Radio Nuova Resistenza ed stavolta è co-promosso, oltre che dai Disarmisti esigenti, dalla Consulta della Pace di Palermohttps://us06web.zoom.us/j/81947587687
Siamo stati presenti, DE & partners, con delegato Sandrino Ciani, portando un working paper, per dare qualità alla voce della società civile rappresentata da ICAN. Lavoriamo per il coordinamento con la Campagna NFU nel testo stesso del Trattato.

L'universalizzazione del TPNW sarà frutto di una strategia di diplomazia popolare capace di coinvolgere le stesse potenze nucleari, a partire dalla presa d'atto della centralità del rischio costituito dalla deterrenza, rispetto alle argomentazioni giuridiche.

Per sottoscrivere online il documento:https://www.petizioni24.com/ican-nfu

Sull'Italia, in particolare, Paese della condivisione nucleare NATO, va continuata la pressione per una denuclearizzazione unilaterale: in questo senso va la denuncia sulla illegalità della collocazione di questi ordigni sul nostro territorio presentata il 2 ottobre 2023 al Tribunale di Roma.

Per quanto riguarda altre componenti pacifiste presenti a New York, il succo del loro ragionamento possiamo riassumerlo nei termini seguenti: siccome nulla osterebbe legalmente, e molte personalità autorevoli lo chiedono, la NATO dovrebbe in quanto tale aderire al TPAN, lasciando comunque disco verde ai singoli Stati membri. Ma l'argomentazione - ne siamo convinti - non può limitarsi al terreno giuridico, nel quale, oltretutto, le cose non sono così semplici come le prospettano Senzatomica o la RIPD. Se si vuole fare breccia, si devono comunque porre come centrali le esigenze di sicurezza, che sono quelle che possono essere prese in considerazione, quando si presenta in modo adeguato un mutamento di percezione. Il ragionamento puramente giuridico, in un mondo di Stati nazionali che non ha né una costituzione universale né una giurisprudenza robusta ed incontrovertibile - il diritto internazionale non è un fantasma ma nemmeno si staglia come una struttura solida, coerente e compiuta - risulta addirittura insultante per gli interlocutori istituzionali, che, se va bene, pensano e si muovono secondo la "geopolitica realistica" ...
Dopo l'analisi puntuale (si spera) delle risultanze del secondo meeting degli Stati parte del trattato di proibizione delle armi nucleari, svoltosi a New York dal 27 al primo dicembre 2023, vi saranno altri due incontri di approfondimento, per i quali è necessario attrezzarsi con gli strumenti della "geopolitica olistica". Si tratta di integrare nei ragionamenti l'impatto di due dimensioni trascurate o addirittura ignorate: quella economica e quella ecologica a livello globale. E di considerare la "forza delle unioni popolari", che può essere un altro nome per indicare le mobilitazioni di base e nonviolente. In particolare sono da porre a revisione critica due luoghi comuni del pensiero del progressismo giuridicista.

Il primo luogo comune afferma che la deterrenza nucleare è ormai un fossile nei rapporti di potenza, si tratterebbe di una realtà obsoleta di cui il sistema degli stati in lotta per l'egemonia potrebbe facilmente fare a meno. Spesso sentiamo questa frase: le armi nucleari sono obsolete. Ed anche l'energia nucleare!

 In questo ambito di pensiero riduttivo si colloca anche l'idea che il nucleare non abbia nessun ruolo nel cementare l'alleanza militare denominata con l'acronimo NATO. Una cosa sono le carte statutarie altra cosa i principi e i concetti strategici che rinviano a rapporti di forza che sono rapporti egemonici di potenza. Storicamente l'ombrello nucleare americano è stato il vero cemento strategico della NATO funzionale alla costruzione di un blocco occidentale guidato dagli USA presentato come "mondo della libertà " o "mondo libero". Il mondo oggi è in trasformazione ma bisogna esaminare quanto il retaggio della vecchia realtà, sopravvissuta al bipolarismo USA/URSS e all'unipolarismo americano successivo, resista ad essere consegnata alla pattumiera della Storia. Anzi rischi di trascinare con sé nel baratro la stessa avventura umana...

Domenica 10 dicembre 2023. Incontro online dalle 18:00 alle 20:00: Le armi nucleari sono obsolete? E lo è il cosiddetto nucleare "civile"?

https://us06web.zoom.us/j/86875072562?pwd=Q5Ud2QclP9z3SxAgqkU2PnEcDofYdJ.1

Domenica 17 dicembre 2023. Incontro online dalle 18:00 alle 20:00. E' possibile denuclearizzare la NATO senza traumi politici? La "condivisione nucleare" è considerata geopoliticamente anacronistica?

https://us06web.zoom.us/j/85742823761?pwd=MXmdCO9o1cY2XKsHhld8bKY1ny62t2.1

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Una strategia per arrivare dalla proibizione alla eliminazione delle armi nucleari 

Promotori: Disarmisti esigenti & Partners

in vista del secondo Meeting, a New York, presso il Palazzo di Vetro dell'ONU, degli Stati parte del Trattato di proibizione delle armi nucleari (27 novembre - 1 dicembre 2023)

e di appuntamenti successivi per la diplomazia dal baso

Primi firmatari:

Alfonso Navarra - Luigi Mosca - Michele Di Paolantonio - Mario Agostinelli - Sandro Ciani - Giovanna Cifoletti - Antonella Nappi - Daniele Barbi - Ennio Cabiddu - Cosimo Forleo - Alessandro Capuzzo - Guido Viale 

Per contattare telefonicamente a New York Sandro Ciani : +49 172 148 9551 

Su questa pagina prima testo del working paper in inglese, poi traduzione italiana.

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A Strategy to move from the legal prohibition to an effective, total and irreversible elimination of nuclear weapons

Working paper submitted by ‘Disarmisti Esigenti’, partner of ICAN 

in view of the second Meeting, in New York, at the UN Headquarters, of the States Parties to the Treaty on the Prohibition of Nuclear Weapons (27 November - 1 December 2023)

and subsequent appointments for grassroots diplomacy

To contact Sandro Ciani by telephone in New York: +49 172 148 9551

To this end, all 9 countries possessing nuclear weapons, together with their allies, should progressively sit at the negotiating table, and open negotiations depending on favorable opportunities, with the United Nations in the role of recognized mediator, having understood that the possession of nuclear weapons, illusorily justified with the aim of "deterrence", constitutes an unacceptable risk, firstly for themselves.The real danger of a possible nuclear war even just by mistake, accident or sabotage must be placed at the top of the concerns of anyone who cares about the survival of the human species and nature. If on one hand it is up to these states equipped with nuclear weapons to take the initiative of their elimination, it is also up to us, the civil society, to help them reach this awareness also through an exacting pressure from the grassroots.In recent times this risk has been increasing again, mainly due to three factors:1. the total or partial dismantlement of several bilateral or multilateral treaties controlling the nuclear armaments such as the INF (Intermediate-range Nuclear Forces Treaty), and more recently the CTBT (Comprehensive Test Ban Treaty) and the New-Start.2. the continued modernization of nuclear armaments and especially the development of "mini-nukes", i.e. nuclear weapons of intermediate power between that of the Hiroshima bomb and that of conventional weapons. These “mini nuclear weapons” will be easier to use on the battlefield and would therefore break the “taboo” of using nuclear weapons, with consequences we can easily imagine.3. the possible use of AI (Artificial Intelligence) algorithms in the interpretation of presumed detection of nuclear attacks and, even worse, in the decision-making process for possible retaliation.Consequently, we must focus primarily on these three risk factors to convince nuclear-armed states to decide on global nuclear disarmament. Then, universal membership to the TPNW, the Treaty on the Prohibition of Nuclear Weapons, should no longer face obstacles.

As a contribution to this approach, we propose to include in the text of the TPNW (Article Nb 1) the prohibition of nuclear weapons, “whatever their power”.

We also propose to integrate the ICAN campaign with the ‘No First Use’ (NFU) of nuclear weapons campaign, under the control of the IAEA (International Atomic Energy Agency), to facilitate the access to the TPNW. The exclusion of a first nuclear strike in all circumstances should be accompanied by measures, again under the control of the IAEA, that make the nuclear war more difficult by error, by incident or by sabotage, such as the 'de-alert’ of the nuclear warheads and the separation of them from their vectors.The TPNW, in article 4, provides a conversion period with some flexibility in the procedure of accession by the States with nuclear weapons and the States housing nuclear weapons controlled by another State. So, in this context, by preparing the coming TPNW Meeting of States Parties, it is desirable to also consider a number of States potentially supporting the TPNW, while not yet ready to fully access to it. This special category of States, assessing the TPNW as an appropriate and useful tool to obtain a world free of nuclear weapons, could also be mentioned in article 4.This is remarkably the case of Germany (see the Foreign minister Annalena Baerbock statement, at the NPT Revision Conference of 2022 in New York, proposing to create a “bridge” between the ‘North (nuclear weapons) States’ and the ‘South States’), among others.

Let’s conclude with Gorbachev’s statement : "If a State wants to be safe, it must first contribute to the security of all other States” : instead, nuclear deterrence' does exactly the contrary !

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Traduzione italiana del working paper

 

Per questo obiettivo del disarmo nucleare effettivo, tutti i 9 paesi che possiedono armi nucleari (insieme ai loro alleati) dovrebbero sedersi allo stesso tavolo delle trattative, con l’ONU nel ruolo di mediatrice riconosciuta, avendo compreso che il possesso di armi nucleari costituisce un rischio inaccettabile, in primo luogo per loro stessi. Il pericolo concreto di una possibile “guerra nucleare per errore” va messo in cima alle ragionevoli preoccupazioni di chiunque abbia a cuore la sopravvivenza della specie umana sulla Terra. Se da un lato spetta a questi Stati dotati di armi nucleari prendere questa iniziativa, spetta anche a noi, società civile, aiutarli a raggiungere tale consapevolezza anche mediante una “esigente” pressione dal basso. Negli ultimi tempi questo rischio è ancora aumentato principalmente a causa di due fattori: 1. lo sviluppo delle “mini-nuke”, cioè armi nucleari di potenza intermedia tra quella della bomba di Hiroshima e quella delle armi convenzionali. Queste “mini-armi nucleari” saranno più facili da usare sui campi di battaglia e quindi romperebbero il “tabù” dell’uso delle armi nucleari, con le conseguenze che possiamo facilmente immaginare. 2. il possibile utilizzo degli algoritmi di IA (“Intelligenza Artificiale”) nella rilevazione di attacchi nucleari e, cosa ancora peggiore, nel processo decisionale per un’eventuale ritorsione. Di conseguenza dobbiamo concentrarci principalmente su questi due fattori di rischio per convincere gli Stati dotati di armi nucleari a decidere un disarmo nucleare globale. Quindi, l’adesione universale al TPNW, il Trattato sulla proibizione delle armi nucleari, non dovrebbe più incontrare ostacoli. Come contributo a questo approccio, proponiamo di includere nel testo del TPNW la proibizione delle armi nucleari, qualunque sia la loro potenza. (Possiamo anche ricordare in questo contesto quanto sosteneva Gorbaciov "Se uno Stato vuole essere sicuro, deve prima contribuire a garantire la sicurezza di tutti gli altri Stati": tuttavia, la 'deterrenza nucleare' fa esattamente il contrario!) Proponiamo di lavorare per armonizzare e integrare la Campagna ICAN con la Campagna No First Use (NFU) perché riteniamo importante schiudere ammorbidimenti e contraddizioni nel fronte nuclearista, già non del tutto monolitico. Sarebbe apprezzabile che l’adozione ufficiale di dottrine sulla deterrenza che escludano un primo colpo nucleare in qualsiasi circostanza sia accompagnato da misure, sotto controllo IAEA, che rendano più difficile la guerra nucleare per errore, come la deallertizzazione delle testate e la separazione delle stesse dai vettori. Il TPNW già, all’articolo 4, prevede un periodo di conversione e una certa flessibilità nelle forme di adesione da parte degli Stati dotati di armi nucleari e degli Stati che ospitano armi nucleari controllate da un altro Stato. Entro la prossima conferenza di revisione, fissata nel 2027, possiamo stabilire una categoria riconosciuta formalmente di Stati “fiancheggiatori” (o altro termine similare) del Trattato. Sarebbero Stati non aderenti a pieno titolo ma orientati positivamente verso il percorso della proibizione giuridica, valutato quale strumento utile e opportuno, compatibile con le istanze di sicurezza globale, per giungere a un mondo senza armi nucleari.

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Armi nucleari illegali in Italia: la denuncia

L'iniziativa delle associazioni per la denuclearizzazione unilaterale

Il 2 Ottobre è stata trasmessa alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Roma la denuncia sottoscritta a livello individuale da 22 esponenti di associazioni pacifiste e antimilitariste: Abbasso la guerra, Donne e uomini contro la guerra, Associazione Papa Giovanni XXIII, Centro di documentazione del Manifesto Pacifista Internazionale, Tavola della Pace Friuli Venezia Giulia, Rete Diritti Accoglienza Solidarietà Internazionale, Pax Christi, Pressenza, WILPF, Centro sociale 28 maggio, Coordinamento No Triv, e singoli cittadini.

Tra i denuncianti docenti universitari, avvocati, medici, saggisti, volontari, educatori, casalinghe, pensionati, padri Comboniani. Alcuni di loro sono molto conosciuti come Moni Ovadia e padre Alex Zanotelli. Portavoce dei 22 è l’avv. Ugo Giannangeli.

Hanno trasmesso la denuncia per conto degli assistiti gli avvocati Joachim Lau e Claudio Giangiacomo di IALANA Italia.

La denuncia è stata illustrata dai promotori in una conferenza stampa svoltasi, significativamente, di fronte alla base militare di Ghedi, dove fonti autorevoli ritengono che siano presenti ordigni nucleari.

La denuncia fa seguito a una campagna di un vasto settore del pacifismo italiano che ha chiesto uno studio alla Sezione italiana di IALANA, associazione di giuristi contro le armi nucleari specializzati in Diritto Internazionale, al fine di emettere un parere sulla legalità delle armi nucleari. Questa campagna, assolutamente autofinanziata, ha prodotto il libro Parere giuridico sulla presenza di armi nucleari in Italia edito da Multimage l’anno scorso.

La denuncia chiede agli inquirenti di accertare la presenza di ordigni nucleari in territorio italiano e, successivamente, di accertarne l’illegalità sulla base della normativa interna e internazionale. Gli inquirenti dovranno infine accertare le responsabilità, anche di rilevanza penale, che ricadono su coloro che hanno importato gli ordigni e/o su chi, illegittimamente, ne ha eventualmente autorizzato l’importazione e la successiva detenzione.

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Le valutazioni e i resoconti della direzione ICAN

La seconda riunione degli Stati parte concorda che il problema è la deterrenza nucleare

1 dicembre 2023

La seconda riunione degli Stati parte del TPNW si è conclusa con successo e ha convenuto che la deterrenza nucleare è un problema di sicurezza significativo, che richiede un'attenzione urgente da parte della comunità internazionale, che sono necessarie ulteriori ricerche sull'impatto delle armi nucleari e che i danni causati dall'uso e dalla sperimentazione di armi nucleari richiedono un'attenzione continua.

94 paesi hanno partecipato all'incontro in qualità di Stati parte o osservatori, tra cui alcuni che attualmente approvano l'uso di armi nucleari nelle loro dottrine di difesa. Questi paesi si sono impegnati in un dibattito approfondito e interattivo durante la settimana, adottando una dichiarazione politica e un pacchetto di decisioni.

La deterrenza nucleare è una causa di instabilità e insicurezza globale

Una delle decisioni adottate includeva, per la prima volta in assoluto, un accordo per lavorare insieme per sfidare le false narrazioni della deterrenza nucleare. Gli Stati parte hanno incaricato gli Stati, il Comitato Internazionale della Croce Rossa e l'ICAN e altre parti interessate ed esperti, di "sfidare il paradigma di sicurezza basato sulla deterrenza nucleare evidenziando e promuovendo nuove prove scientifiche sulle conseguenze e i rischi umanitari delle armi nucleari e giustapponendo questo con i rischi e le ipotesi inerenti alla deterrenza nucleare."

Rimane un divario informativo tra ciò che accadrebbe effettivamente a seguito di una guerra nucleare e le politiche degli stati dotati di armi nucleari e dei loro alleati, e gli sforzi per colmare questo divario sono la responsabilità primaria di coloro le cui politiche includono l'uso di armi nucleari.

Nuove prove sull'impatto delle armi nucleari richiedono un'azione da parte della comunità globale

Durante l'incontro sono state presentate anche nuove ricerche, tra cui quella che c'è una maggiore comprensione degli effetti a cascata sulle forniture alimentari, sul sistema finanziario e sulle forniture energetiche che ci aiutano a prevedere meglio i probabili effetti delle detonazioni nucleari.

Si è capito che la ricerca da sola non può ridurre i rischi delle armi nucleari, ma che può informare il pubblico e i responsabili politici sui danni esistenti nei loro arsenali o nelle loro dottrine di sicurezza.

Inoltre, il gruppo consultivo scientifico ha presentato i risultati di una ricerca che dimostra che l'eliminazione degli impianti di armi nucleari è possibile e che ci sono modi per ottenere la conversione degli impianti all'uso civile; e ci sono modi per sviluppare processi per il controllo degli armamenti, come il conteggio delle armi e l'autenticazione delle testate.

È importante sottolineare che il gruppo consultivo scientifico ha anche chiesto un nuovo studio delle Nazioni Unite sulle conseguenze di una guerra nucleare, dato che gli ultimi studi completi sono stati condotti alla fine degli anni '80.

Mettere al centro le comunità colpite

Gli Stati hanno ascoltato le testimonianze dei membri delle comunità colpite dall'uso, dai test e dallo sviluppo di armi nucleari e hanno ascoltato le loro richieste di riconoscimento da parte dei governi dei danni che hanno fatto alle persone, in particolare alle popolazioni indigene.

Hanno anche sentito parlare degli sforzi fatti finora per riparare i danni che hanno sfregiato le persone e la terra, nonché per aprire i registri ufficiali e fare più ricerche sugli impatti sulla salute e sull'impatto ambientale delle armi nucleari.

Questi rappresentanti, sostenuti da una più ampia società civile, hanno chiesto la pulizia e la bonifica delle terre - attraverso gli articoli 6 e 7 del TPNW - in cui i popoli indigeni devono essere coinvolti come proprietari tradizionali, e la ricerca sugli impatti delle armi nucleari sul patrimonio culturale immateriale.

Una dichiarazione congiunta, approvata da 26 organizzazioni guidate da comunità colpite dal nucleare, e sostenuta da altre 45 organizzazioni alleate, ha dichiarato: "Abbiamo il diritto e la responsabilità di parlare di ciò che le armi nucleari fanno veramente... Chiediamo agli Stati parte del TPNW di spingere incessantemente per la sua universalizzazione".

Altri stakeholder

Una delegazione di 23 parlamentari provenienti da 14 paesi, per lo più da paesi che devono ancora firmare il trattato, si è riunita a margine della conferenza e ha rilasciato una dichiarazione in cui denuncia le minacce nucleari e sollecita i governi a firmare e ratificare urgentemente il trattato.

Era presente anche la comunità finanziaria, che ha rilasciato una dichiarazione congiunta di oltre 90 investitori, che rappresentano oltre 1 trilione di dollari di asset in gestione, incoraggiando gli Stati a lavorare con la comunità finanziaria per rafforzare ulteriormente le norme e gli obiettivi del trattato, anche ponendo fine ai rapporti di finanziamento con l'industria delle armi nucleari.

Durante la settimana, più di 65 eventi, tra cui mostre d'arte, concerti, tavole rotonde, cerimonie di premiazione e altro ancora si sono svolti a margine dell'incontro.

La terza riunione degli Stati parte del trattato si svolgerà dal 3 al 7 marzo 2025 a New York.

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Dichiarazione della seconda Riunione degli Stati Parti del trattato sulla proibizione delle armi nucleari Armi. Progetto rivisto: "Il nostro impegno a sostenere la proibizione delle armi nucleari e scongiurarne la conseguenze catastrofiche"

1. Noi, Stati parti del Trattato sulla proibizione delle armi nucleari, abbiamo riuniti per la seconda Riunione degli Stati Parti, nella ferma determinazione di la minaccia esistenziale per l'umanità rappresentata dalle armi nucleari e per sostenere la nostra l'impegno a vietarne il divieto e la completa eliminazione. Accogliamo con favore l'ampia partecipazione degli Stati firmatari e degli Stati osservatori, nonché di altri osservatori, delle autorità rappresentanti della società, della comunità scientifica e dei sopravvissuti alle armi nucleari l'uso e il collaudo.

2. Celebriamo con successo la prima riunione degli Stati parte convocata a Vienna dal 21 al 23 giugno 2022 e ne accolgono con favore la dichiarazione, i risultati e le decisioni, compreso il piano d'azione di Vienna.

3. Accogliamo con favore i progressi compiuti dagli Stati parti in un ampio una serie di azioni previste dal piano d'azione di Vienna e riconosce ulteriormente la gestione dei copresidenti dei gruppi di lavoro informali, dei facilitatori e dei punto.

4. Proseguono inoltre i progressi verso l'universalizzazione del trattato sin dalla prima degli Stati parti e riconosciamo l'importanza e accogliamo con favore le firme delle Bahamas, delle Barbados, del Burkina Faso, di Gibuti, della Guinea Equatoriale, Haiti e Sierra Leone, le ratifiche da parte della Repubblica democratica del Congo, Repubblica Dominicana e Malawi, e l'adesione dello Sri Lanka.

5. Il trattato è attualmente in vigore con 93 firmatari e 69 Stati parte. Noi rinnoviamo il nostro appello a tutti gli Stati che non l'hanno ancora fatto a firmare e ratificare o aderire senza indugio del trattato. Continueremo a perseguire l'universalizzazione del Trattato come una delle nostre priorità.

6. L'elaborazione di politiche basate su dati concreti sugli effetti delle armi nucleari, il processo di cui è stato creato il trattato, deve essere al centro di tutte le decisioni e di tutte le azioni l'eliminazione delle armi nucleari. L'istituzione e i lavori in corso del Il gruppo consultivo scientifico rafforza l'effettiva attuazione del trattato che consentano di prendere in considerazione le conoscenze scientifiche e tecniche più attuali e consulenza in merito all'attuazione del trattato, che ha contribuito a informare la Commissione deliberazioni e decisioni degli Stati Parte. Il gruppo consultivo scientifico, il primo l'organismo scientifico internazionale creato per promuovere il disarmo nucleare multilaterale, è anche determinante per la creazione e il mantenimento di una rete con la più ampia comunità scientifica per rafforzare la consapevolezza e promuovere l'universalizzazione del Trattato.

7. Il trattato sulla proibizione delle armi nucleari continua a beneficiare coinvolgendo attivamente un'ampia gamma di parti interessate, come la Croce Rossa internazionale e il Movimento della Mezzaluna Rossa, la Campagna Internazionale per l'Abolizione del Armi, altre organizzazioni internazionali e regionali pertinenti, organizzazioni non governative organizzazioni accademiche, individui, leader religiosi e vittime di e comunità colpite da armi nucleari, tra gli altri. Riaffermiamo il genere disposizioni del Trattato e che la partecipazione paritaria, piena ed effettiva donne e uomini è essenziale per il disarmo nucleare.

8. I rischi nucleari sono esacerbati, in particolare, dal persistere e l'aumento della rilevanza e dell'enfasi sulle armi nucleari nelle posizioni militari e l'attuale modernizzazione qualitativa e quantitativa in corso, unitamente alla l'aumento degli arsenali nucleari e l'acuirsi delle tensioni. Non possiamo stare con le mani in mano Mentre i segnali indicano che l'umanità si sta avvicinando alla catastrofe nucleare globale in questo pericoloso punto di flesso.

 9. Riaffermiamo la nostra profonda preoccupazione per la catastrofica crisi umanitaria conseguenze delle armi nucleari, che non possono essere affrontate in modo adeguato, nazionali, comportano gravi implicazioni per la sopravvivenza e il benessere umano e sarebbe incompatibile con il rispetto del diritto alla vita. Armi nucleari inflitte distruzione catastrofica, sofferenza e morte indicibili. Il loro uso avrebbe danni a lungo termine all'ambiente, allo sviluppo socioeconomico e sostenibile, l'economia globale, la sicurezza alimentare e la salute delle generazioni attuali e future, compreso l'impatto sproporzionato che le armi nucleari hanno sulle donne e sulle ragazze.

10. Le catastrofiche conseguenze umanitarie e i rischi associati alle le armi sono alla base degli imperativi morali ed etici per il disarmo nucleare e la l'urgenza di realizzare e mantenere un mondo libero dalle armi nucleari, che tra l'altro hanno ispirato la creazione del trattato e ne guidano l'attuazione. Questi considerazioni devono essere al centro di tutte le politiche di disarmo, evidenziando la costo umano delle armi nucleari e la necessità di proteggere la vita umana e la ambiente.

11. L'uso e la sperimentazione di armi nucleari in passato hanno chiaramente dimostrato conseguenze umanitarie e ambientali inaccettabili e eredità in corso causati dalla loro incontrollabile capacità distruttiva e dalla loro natura indiscriminata. Noi riaffermiamo quindi il nostro sostegno per affrontare i danni dell'uso e della sperimentazione di armi nucleari, anche attraverso gli obblighi positivi del TPNW.

12. Nella ricerca scientifica ha sottolineato gli effetti multiformi e a cascata del catastrofico impatto umanitario delle armi nucleari e dei rischi associati. Questo prove scientifiche crescenti e convincenti dovrebbero essere ulteriormente ampliate, informazioni scientifiche su tali effetti che non sono ancora stati compresi nella loro interezza, e già giustifica risposte politiche urgenti a livello internazionale.

13. L'esistenza continua delle armi nucleari e la mancanza di progressi significativi disarmo minare la sicurezza di tutti gli Stati, aggravare le tensioni internazionali, aumentare il rischio di catastrofe nucleare e rappresentare una minaccia esistenziale per l'umanità un tutto. L'unica garanzia contro l'uso di armi nucleari è la loro completa l'eliminazione e l'assicurazione giuridicamente vincolante che non saranno mai più sviluppati.

14. Rimaniamo profondamente allarmati e deploriamo fermamente le minacce di usare armi nucleari, così come una retorica nucleare sempre più stridente. Sottolineiamo che qualsiasi uso o minaccia di uso di armi nucleari è una violazione del diritto internazionale, compresa la Carta dei diritti umani. Nazioni Unite, e sottolineano inoltre che qualsiasi uso di armi nucleari sarebbe diritto internazionale umanitario. Tali minacce servono solo a minare la disarmo e regime di non proliferazione e la pace e la sicurezza internazionali. Noi condannare inequivocabilmente tutte le minacce nucleari, siano esse esplicite o implicito e indipendentemente dalle circostanze.

15. Respingiamo i tentativi di normalizzare la retorica nucleare e qualsiasi nozione di cosiddetta comportamento "responsabile" per quanto riguarda le armi nucleari. La minaccia di distruzione di massa è in contrasto con i legittimi interessi di sicurezza l'umanità nel suo insieme. Si tratta di un approccio pericoloso, fuorviante e inaccettabile sicurezza. Le minacce nucleari non dovrebbero essere tollerate.

16. Accogliamo con favore il crescente riconoscimento esplicito del fatto che l'uso o la minaccia di armi nucleari è inammissibile. Tuttavia, tali dichiarazioni, come quella concordata membri del G-20, devono andare oltre le dichiarazioni e tradursi in azioni tangibili.

17. Lungi dal preservare la pace e la sicurezza, le armi nucleari sono utilizzate come strumenti legati alla coercizione, all'intimidazione e all'inasprimento delle tensioni. Il rinnovato l'insistenza e i tentativi di giustificare la deterrenza nucleare come un la dottrina della sicurezza dà falsa credibilità al valore delle armi nucleari per le sicurezza e aumenta pericolosamente il rischio di emissioni nucleari orizzontali e verticali proliferazione.

18. Ci rammarichiamo della crescente dipendenza dalle armi nucleari in ambito militare e di sicurezza Concetti, dottrine e politiche. Ora ci sono più Stati sotto l'estensione del nucleare garanzie di sicurezza e accordi per lo stazionamento nucleare rispetto all'ultima volta che ci siamo incontrati. Qualunque tendenza all'erosione del disarmo nucleare e della non proliferazione desta preoccupazione. Siamo disturbati da qualsiasi posizionamento di armi nucleari sul territorio di Stati non dotati di armi nucleari. Il TPNW vieta chiaramente di ricevere il trasferimento o il controllo di armi nucleari o di consentirne lo stazionamento, l'installazione e l'installazione o la distribuzione. Esortiamo tutti gli Stati che hanno tali accordi nucleari a porre fine alla aderiscono al trattato.

19. La perpetuazione e l'attuazione della deterrenza nucleare in ambito militare e concetti, dottrine e politiche in materia di sicurezza non solo erode e contraddice le proliferazione, ma ostacola anche i progressi verso il disarmo nucleare.

20. Non si tratta solo di un problema di sicurezza. In un mondo in cui le sfide persistono nell'incontrarsi bisogni umani fondamentali, l'investimento di ingenti risorse finanziarie nell'ammodernamento e l'espansione degli arsenali nucleari è indifendibile e controproducente in quanto la spesa per gli investimenti nello sviluppo sostenibile per un autentico benessere umano, disarmo, istruzione, diplomazia, ambiente,protezione dell'ambiente e la salute.

21. Come ha riconosciuto il Segretario generale delle Nazioni Unite nella sua Nuova Agenda per la Pace, la minaccia esistenziale che le armi nucleari rappresentano per l'umanità deve motivarci per garantirne la totale eliminazione. Noi, gli Stati parte del TPNW, Ascoltate questo appello e ribadiamo l'alta priorità che attribuiamo a un approccio urgente, disarmo nucleare irreversibile.

22. Questo contesto di sicurezza internazionale sempre più impegnativo sottolinea ulteriormente l'importanza vitale e la pertinenza del TPNW. Siamo più determinati che mai nel nostro inflessibile impegno a delegittimare, stigmatizzare ed eliminare totalmente armi nucleari.

23. Stiamo facendo la nostra parte per far progredire e rafforzare l'architettura del disarmo e della non proliferazione nel suo complesso, anche nell'ambito di altri trattati complementari come il trattato di non proliferazione nucleare (TNP), la pietra angolare dell'accordo sul regime di disarmo e di non proliferazione, il Comprehensive Nuclear-Test-Ban (CTBT) e i trattati che istituiscono zone libere da armi nucleari.

24. Ci preoccupa pertanto il fatto che due processi consecutivi di revisione del TNP siano stati non sono stati in grado di concordare le misure urgenti necessarie per compiere progressi credibili disarmo nucleare o garantire l'attuazione di una serie di misure concordate. In periodo trascorso dalla prima riunione degli Stati parti del TPNW, nessuno degli Stati dotati di armi nucleari ha compiuto progressi conformemente all'articolo VI del TNP e in il loro inequivocabile impegno a realizzare l'eliminazione delle loro armi nucleari. Al contrario, abbiamo assistito a potenziamenti degli arsenali nucleari, al perseguimento attivo di espansioni e persino una trasparenza ridotta. Indiscutibilmente, questo rappresenta un fallimento adempiere agli obblighi giuridicamente vincolanti di cui all'articolo VI del TNP di negoziati seri e in buona fede per l'eliminazione dei loro arsenali nucleari, nonché gli impegni inequivocabili di realizzare l'eliminazione totale dei loro arsenali nucleari concordati e ribaditi durante le conferenze di revisione del TNP.

25. In qualità di Stati parti del TNP pienamente impegnati, noi, gli Stati parti del TPNW, ribadiscono la complementarità tra il TPNW e il TNP. Continuiamo a adempiere ai nostri obblighi e rispettare le nostre responsabilità, impegni e accordi di non proliferazione del TNP. Siamo lieti di aver portato avanti l'implementazione di dell'articolo VI del TNP, mettendo in vigore un divieto giuridico armi nucleari.

26. Inoltre, continueremo a portare avanti le disposizioni del TNP del 2010 Conferenza di revisione in merito alla preoccupazione per la catastrofica conseguenze delle armi nucleari, nonché quelle relative alla risanamento, tra l'altro, dei territori colpiti dalla contaminazione radioattiva.

27. Sottolineiamo ancora una volta che nessuna disposizione del TPNW deve essere interpretata come che incidono sul diritto inalienabile degli Stati parti di sviluppare attività di ricerca, produzione e l'uso dell'energia nucleare per scopi pacifici senza discriminazioni.

28. È essenziale che tutti gli Stati continuino a compiere passi decisivi verso la firma e la ratifica del CTBT. I progressi verso la sua entrata in vigore dovrebbero essere rafforzati, e Ribadiamo il nostro impegno a continuare a sostenere tutti gli sforzi in tal senso. Siamo che i ritardi, le condizioni preliminari o altre condizionalità esistenti e supplementari dall'allegato II Stati continuano a rendere l'entrata in vigore un obiettivo sempre più lontano. Esortiamo tutti gli Stati che non hanno firmato o ratificato, o che hanno firmato ma non ratificato, del CTBT, in particolare quelli la cui ratifica è necessaria per la sua entrata in vigore, firmarlo e ratificarlo senza indugio. Esortiamo tutti gli Stati a continuare a sostenere la norma contro i test nucleari e di relegare la terribile eredità dei test a storia.

29. Riconoscendo l'immenso contributo delle zone libere da armi nucleari disarmo, la non proliferazione e il rafforzamento della pace e della sicurezza internazionali, invitano gli Stati parti dei trattati che istituiscono tali zone che non hanno ancora aderire senza indugio al TPNW riconoscendo la base condivisa di tali e il TPNW e rafforzare la cooperazione che si rafforza reciprocamente. Abbiamo anche riconoscere l'importanza del continuo rafforzamento di tutte le zone libere da armi nucleari esistenti, tra l'altro attraverso la ratifica dei trattati esistenti e delle pertinenti protocolli e il ritiro o la revisione di eventuali riserve o dichiarazioni contrarie all'oggetto e allo scopo dei trattati che istituiscono tali zone; e della creazione di tali zone in zone in cui attualmente non esistono, in Medio Oriente.

30. Noi, in qualità di Stati parti del TPNW, sottolineiamo l'importanza di continuare a progressi nell'universalizzazione e nella piena attuazione di questi strumenti finanziari e prevenire la regressione. I lavori proseguiranno con tutti gli Stati, compresi attraverso un dialogo aperto con coloro che hanno riserve sul TPNW, e altri parti interessate in merito ai lavori relativi alla complementarità.

31. Affermiamo inequivocabilmente che il nostro impegno nei confronti del TPNW e il suo oggetto e fini rimane inalterato quando si completa l'adempimento degli obblighi derivanti trattati precedentemente sottoscritti, qualora questi non siano in contrasto con gli obblighi del TPNW. Adotteremo tutte le misure necessarie per un'efficace attuazione finalità e gli obiettivi del presente trattato e continuerà a riesaminare le nostre obblighi internazionali e bilaterali al fine di garantire la coerenza per quanto riguarda del trattato, nonché il suo oggetto e la sua finalità. Chiediamo a tutti i paesi non Parte di astenersi dal qualsiasi attività che possa avere un impatto negativo sull'attuazione dell'oggetto e lo scopo del trattato.

32. Riteniamo inoltre che la comunità internazionale debba affrontare il problema sviluppi nuovi e in continua evoluzione della scienza e della tecnologia nel settore anche per quanto riguarda le possibili implicazioni di alcune applicazioni dei prodotti emergenti tecnologie che inibirebbero o comprometterebbero l'oggetto e lo scopo del trattato.

33. Riconoscendo il ruolo strumentale di una diversità di stakeholder, rinnoviamo la nostra impegnarsi a continuare a collaborare attraverso un approccio inclusivo con le organizzazioni parlamentari, la società civile, gli scienziati, le comunità colpite armi nucleari, le vittime di armi nucleari, le istituzioni finanziarie e i giovani.

 34. Alla luce di un clima globale caratterizzato da un deficit di fiducia, ribadiamo la creare fiducia tra tutti i membri della comunità internazionale. In quanto tale Siamo altrettanto inequivocabili sulla nostra volontà di lavorare in collaborazione con tutti Stati membri, in un'azione concertata per raggiungere e mantenere un mondo libero dalle armi nucleari.

35. Noi, Stati parti del TPNW, non staremo a guardare come spettatori di un aumento rischi nucleari e la pericolosa perpetuazione della deterrenza nucleare. Siamo risolutamente per l'universalizzazione e l'effettiva attuazione del trattato e della l'attuazione del piano d'azione di Vienna. Lavoreremo incessantemente per realizzare un mondo armi nucleari per il bene delle generazioni attuali e future. Ci impegniamo a e rinnovare l'impegno a garantire che le armi nucleari non siano mai più utilizzate, testate o minacciati di essere usati, in qualsiasi circostanza, e non riposeranno fino a quando non saranno completamente eliminato

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Decisions to be taken by the second Meeting of States Parties to the Treaty on the Prohibition of Nuclear Weapons

 I. Draft decision 1: "Intersessional structure for the implementation of the Treaty" The Meeting of States Parties decides: (a) To extend the intersessional structure as contained in decision 4 of the first Meeting of States Parties to the intersessional period between the second and third Meetings of States Parties: i. The informal working group on universalization will be co-chaired by South Africa and Uruguay. ii. The informal working group on victim assistance, environmental remediation, international cooperation and assistance will be co-chaired by Kazakhstan and Kiribati. iii. The informal working group on the implementation of article 4, in particular work related to the future designation of a competent international authority or authorities will be co-chaired by Malaysia and New Zealand. iv. Mexico will be appointed as gender focal point. (b) To reconfirm decision 3 of the first Meeting of States Parties regarding the complementarity of the Treaty with the existing nuclear disarmament and nonproliferation regime and to appoint Ireland and Thailand as informal facilitators between the second and third Meetings of States Parties. (c) That the co-chairs of the informal working groups, the informal facilitators and the gender focal point will be informed, inter alia, by documents TPNW/MSP/2023/2, TPNW/MSP/2023/3, TPNW/MSP/2023/4, TPNW/MSP/2023/5 and TPNW/MSP/2023/7, respectively.

II. Draft decision 2: Thematic debates at the Meetings of States Parties" The Meeting of States Parties decides: (a) That Presidents of future Meetings of States Parties shall have the option to convene thematic debates at the Meetings, taking into account the relevance of specific topics for the implementation of the Treaty's objectives and current international developments, amongst others; (b) That, towards that aim, the President – if they so choose – shall select a specific topic for thematic debate and propose it to the States Parties, for their concurrence, following consultations with the Coordinating Committee; (c) That, following the approval of the proposal, the President will work with the Secretariat to present the corresponding thematic debate in the timetable of the Meeting of States Parties.

III. Draft decision 3: "Voluntary reporting on articles 6 and 7" The Meeting of States Parties decides to adopt, on a provisional basis, for voluntary use by States parties', the reporting guidelines and the reporting format as contained in document TPNW/MSP/2023/3 and further recommends that States parties continue to review the voluntary reporting guidelines and format with a view to further improvement as part of the activities of the informal working group on victim assistance, environmental remediation, international cooperation and assistance.

IV. Draft decision 4: "International trust fund for victim assistance and environmental remediation" The Meeting of States Parties decides: (a) That focused discussions will be held under the informal working group on victim assistance, environmental remediation, international cooperation and assistance, taking into account inter alia document TPNW/MSP/2023/3, regarding the feasibility of, and possible guidelines for, establishing an international trust fund for victim assistance and environmental remediation. (b) That a report will be submitted to the third Meeting of States Parties with recommendations related to the feasibility of, and possible guidelines for, the establishment of an international trust fund for victim assistance and environmental remediation, with the aim of examining the establishment of such a trust fund at the third Meeting of States Parties as a priority.

V. Draft decision 5: "Consultative process on security concerns of States under the Treaty on the Prohibition of Nuclear Weapons" The Meeting of States Parties decides: (a) To establish an intersessional consultative process, between the second and third Meetings of States Parties, among States Parties and Signatories, with the involvement of the Scientific Advisory Group, the International Committee of the Red Cross, the International Campaign to Abolish Nuclear Weapons and other stakeholders and experts, to consult and submit a report to the third Meeting of States Parties containing a comprehensive set of arguments and recommendations: i. To better promote and articulate the legitimate security concerns, threat and risk perceptions enshrined in the Treaty that result from the existence of nuclear weapons and the concept of nuclear deterrence; ii. To challenge the security paradigm based on nuclear deterrence by highlighting and promoting new scientific evidence about the humanitarian consequences and risks of nuclear weapons and juxtaposing this with the risks and assumptions that are inherent in nuclear deterrence. (b) Austria will be appointed as coordinator for the consultative process on security concerns of States under the Treaty on the Prohibition of Nuclear Weapons. (c) The coordinator will collaborate closely with the co-chairs of the informal working group on universalization to maximize synergies with respect to universalization efforts.

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Si riportano qui alcune dichiarazioni di altre componenti  pacifiste che hanno sostenuto l'evento partecipando attivamente.

Quelli che... la NATO in quanto tale dovrebbe aderire al TNPW

«Italia ripensaci, il Trattato contro il nucleare non è anti-Nato»
L'appartenenza alla NATO, secondo la RIPD, non basterebbe a giustificare il no dell'Italia all'adesione al Trattato per la messa al bando delle armi atomiche. La campagna “Italia, ripensaci” - promossa da Senzatomica e da Rete italiana pace e disarmo - lancia un appello perché l'Italia compia passi concreti per il disarmo nucleare. E lo fa alla II Conferenza degli stati parti del Trattato sulla proibizione delle armi nucleari (Tpnw), nella sede delle Nazioni Unite di New York. Secondo il sondaggio Ican del 2021, l'87% degli italiani vorrebbe aderire al Tpnw, il 74% vorrebbe le testate nucleari fuori dal territorio nazionale. E il no alle atomiche nel mondo non si arresta: prossima l'adesione dell'Indonesia, quarto paese al mondo per popolazione.
Continua su

https://www.avvenire.it/attualita/pagine/italia-ripensaci-firmare-il-trattato-contro-il-nucleare-non-e-anti-nato

La campagna ‘Italia, ripensaci’ alla Conferenza del Trattato contro le armi nucleari a New York: “Esortiamo i Paesi NATO ad aderire al TPNW” | Paxchristi
https://www.paxchristi.it/?p=24183

Per informazioni ed approfondimenti

Conferenza di revisione del Trattato di Non Proliferazione nucleare

https://www.peacelink.it/disarmo/a/49235.html

La dichiarazione di Senzatomica (Alessia Trama) al Secondo meeting TPNW

(Nota dei DE. Il succo del ragionamento da dilettanti e propagandisti di questa ONG è il seguente: nulla osta legalmente, molti lo chiedono, quindi la NATO deve aderire al TPAN. Ma l'argomentazione non può limitarsi al terreno giuridico, nel quale, oltretutto, le cose non sono così semplici come le prospetta Senzatomica. Se si vuole fare breccia, si devono comunque porre come centrali le esigenze di sicurezza, che sono quelle che possono essere prese in considerazione, se si presenta in modo adeguato un mutamento di percezione. Il ragionamento puramente giuridico in un mondo che non ha né una costituzione universale né una giurisprudenza robusta ed incontrovertibile - il diritto internazionale non è un fantasma ma nemmeno si staglia come una struttura solida, coerente e compiuta - risulta addirittura insultante per gli interlocutori, che, se va bene, pensano e si muovono secondo la geopolitica realistica ...)

Signor Presidente, Illustri delegati,

Senzatomica condivide la dichiarazione di ICAN sull’universalizzazione e desidera fare alcune osservazioni aggiuntive riguardo agli sforzi per promuovere il Trattato sulla proibizione delle armi nucleari TPNW negli Stati della NATO.

In molte occasioni, anche durante questo incontro, i membri della NATO hanno affermato di non poter aderire al TPNW perché sarebbe in conflitto con i loro obblighi verso la NATO. Ma che dire dei loro obblighi verso le Nazioni Unite? E verso i loro cittadini?

La decisione di firmare e ratificare questo Trattato, come qualsiasi altro Trattato, deve essere presa su base nazionale, in modo libero e indipendente, e non dettata da un’istituzione sovranazionale o dai suoi membri dotati di armi nucleari.

Il documento costitutivo della NATO, il Trattato Nord Atlantico, non menziona le armi nucleari. Anzi, parla dell’importanza della democrazia e dello Stato di diritto. La NATO riconosce da tempo che il controllo degli armamenti e il disarmo svolgono un ruolo importante nella promozione della pace nella regione euro-atlantica. Eppure, oggi l’Alleanza sta scoraggiando i suoi membri dall’aderire al TPNW. Questa situazione deve finire. È tempo che i membri della NATO dimostrino una leadership di principio sul disarmo sul disarmo nucleare, come alcuni hanno fatto in passato.

Gli sforzi del Canada per il disarmo negli anni ’70 e l’iniziativa umanitaria della Norvegia sulle armi nucleari del 2013 hanno creato dei precedenti per una simile leadership.

Di fronte all’intensificarsi del rischio di uso di armi nucleari, il ruolo di leadership dei Paesi della NATO è particolarmente cruciale, in quanto ci spinge verso un’azione necessaria.

Gli Stati della NATO non hanno alcun impedimento legale a diventare Stati parti del TPNW. Questo è stato confermato da istituzioni accademiche e autorità governative di diversi Stati della NATO. Il Trattato sulla proibizione delle armi nucleari offre a questi Stati un mezzo pratico per rinvigorire il perseguimento dell’obiettivo dichiarato dalla NATO di ridurre ed eliminare la minaccia rappresentata dalle armi nucleari.

Aderendo al TPNW, gli Stati della NATO possono contribuire a costruire e consolidare una nuova e solida norma globale contro le armi nucleari, rafforzando le barriere contro la proliferazione, diminuendo la pressione per la corsa agli armamenti nucleari e aprendo percorsi per il disarmo. Ciò dimostrerà il loro genuino impegno ad adempiere agli obblighi di disarmo previsti dall’articolo VI del Trattato di non proliferazione. Come ha dichiarato la Norvegia, “non ci sono motivi per affermare che il [TPNW] sia contrario alle disposizioni del TNP sul disarmo secondo il diritto internazionale”.

In quanto Stati firmatari del TPNW, i membri della NATO potrebbero lavorare con gli altri Stati firmatari per garantire che il regime del Trattato si sviluppi in modo da offrire le migliori possibilità di assicurare l’eventuale adesione di tutti gli Stati dotati di armi nucleari. Potrebbero inoltre contribuire in modo significativo agli sforzi compiuti nell’ambito del TPNW per l’assistenza alle vittime e la bonifica dell’ambiente.

È tempo che i membri della NATO superino le restrizioni di un pensiero impulsivo e a breve termine sulle armi nucleari e riabbraccino una visione di disarmo nucleare. Un impegno positivo e costruttivo con l’ambito del TPNW – compresa l’adesione al Trattato per quei membri della NATO disposti e pronti a farlo – sarebbe un punto di partenza logico. La pressione dell’opinione pubblica per un’azione di questo tipo sta aumentando. I governi non possono ignorare indefinitamente la volontà democratica dei loro popoli.

Più di mille parlamentari degli Stati della NATO si sono impegnati a lavorare per la ratifica del TPNW da parte dei rispettivi governi, tra cui il primo ministro dell’Islanda, il vice primo ministro del Belgio e i ministri degli Esteri di Germania e Slovenia.

Più di 400 città e paesi della NATO si sono uniti al coro di sostegno al Trattato TPNW, tra cui Parigi, Berlino, Lussemburgo, Amsterdam, Oslo e Washington D.C.

Nel 2020, più di 50 ex presidenti, primi ministri, ministri degli Esteri e ministri della Difesa di 20 Stati della NATO – tra cui due che hanno ricoperto la carica di segretario generale della NATO – hanno firmato una lettera aperta a sostegno del TPNW. In quel documento scrivevano:

“Non possiamo permetterci di esitare di fronte a questa minaccia esistenziale per l’umanità. Dobbiamo mostrare coraggio e audacia – e unirci al [TPNW]… Dato l’ampio sostegno popolare nei nostri Paesi per il disarmo, questa sarebbe una mossa incontestabile e molto apprezzata”.

In questo contesto, la posizione dell’Italia è fondamentale. La presenza di armi nucleari statunitensi sul territorio italiano rappresenta un paradosso per l’aspirazione collettiva a un mondo libero dalle armi nucleari sostenuta da movimenti come Senzatomica e Rete Italiana Pace e Disarmo. Il percorso dell’Italia, influenzato dalla visione di Senzatomica, potrebbe indirizzare la nazione verso l’approvazione del TPNW, allineando così la sua posizione internazionale alla crescente richiesta interna di disarmo e di adesione ai trattati internazionali dedicati alla dignità umana e alla sicurezza globale.

Esortiamo gli attuali leader degli Stati della NATO, tra cui l’Italia, a dare ascolto a questo appello collettivo.

 

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