È L’ORA DI FARE CHIASSO PER LA PACE – Alfonso Navarra
”L’ora di fare chiasso”. Così Papa Francesco si è rivolto qualche giorno fa ai giovani riuniti ad Assisi per la salute della Terra, per la pace con il Creato-Natura, condizione indispensabile per la pace tra gli umani. Non si riferiva direttamente all’urgenza di scendere in piazza contro la minaccia atomica che emerge dalla guerra in Ucraina, ma l’esortazione si adatta perfettamente all’invito a darsi da fare adesso con una presenza diretta, non solo virtuale.
Non possiamo camminare sull’orlo dell’abisso nucleare che ci è stato spalancato facendo finta di nulla o limitandoci a digitare sulle tastiere dei PC!
Dovremmo essere dannatamente preoccupati. I sogni di grandezza di Vladimir Putin e il militarismo NATO stanno trascinando l’umanità verso la possibile autodistruzione, e non ha importanza chiedersi chi porti più responsabilità nell’escalation che sta tragicamente prendendo il via. Tra minacce sull’impiego di ordigni tattici e sulle “risposte conseguenziali e catastrofiche” si sta letteralmente giocando col fuoco atomico dentro una santabarbara pronta ad esplodere. Leggiamo di un invito a manifestare “senza bandiere di partito” da parte dell’ex premier Giuseppe Conte, a capo del M5S, che si dichiara pronto a supportare le mobilitazioni indette dai pacifisti. Finalmente! Noi, a denti stretti, gli abbuoniamo tutte le contraddizioni passate, lo prendiamo in parola, e gli ricordiamo i numerosi appelli pacifisti che invitano i soggetti politico-istituzionali a rappresentare l'opinione maggioritaria del popolo italiano: non alimentare la guerra con aiuti militari, non riarmare, non scatenare una guerra economica attraverso sanzioni indiscriminate. Invitano anche a supportare manifestazioni per fermare la guerra esigendo che si negozi subito. L’ONU convochi una conferenza internazionale di pace. Ci si potrebbe concentrare a Roma, forse già domenica 23 ottobre, per una grande manifestazione nazionale unitaria. È un suggerimento che avanziamo alle grandi e piccole reti pacifiste. Eletti e attivisti cinque stelle, come di qualsiasi formazione politica, sarebbero benvenuti anche alle nostre iniziative decentrate, per attivare ascolto e dialogo. A Milano, ad esempio, noi Disarmisti esigenti ci troviamo in Piazzale Stazione di Porta Genova, sabato 22 ottobre, dalle ore 17:00 alle ore 19:00. In conclusione: svegliamoci tutti e portiamo le nostre differenze in qualcosa di fisico e collettivo che manifesti in modo visibile ed unitario la volontà pacifista che i sondaggi e i media attribuiscono al popolo italiano! Diceva lo scrittore Carlo Cassola, fondatore della Lega per il disarmo unilaterale: “Usiamo il senno del prima, perché non avremo più la possibilità del senno del dopo”!
Quanto sopra fu scritto a caldo, il 4 ottobre, festa di San Francesco, dopo una esortazione papale e dopo una intervista di Giuseppe Conte sul quotidiano "L'Avvenire". Vi era un equivoco che prendemmo su "Europe for Peace" alla base del nostro invito. Dobbiamo quindi ripensarci in parte, visto che il marchio non riguarda una coalizione internazionale ma solo una iniziativa della Rete Italiana Pace e Disarmo (RIPD), che oltretutto si è appropriata del nome di una campagna "umanista".
Il punto dolente è che "Europe for Peace" della RIPD risulta ambigua su un punto fondamentale: l'opposizione all'invio delle armi all'Ucraina. Deplorare la circostanza che "le armi non portano la pace" non significa prendersi l'impegno preciso a premere sul nostro governo perché non rifornisca una delle parti belligeranti. Si rinvia al "farle tacere", che non è la stessa cosa di evitare in partenza, per quanto è nelle nostre possibilità, che vengano messe in campo. E lo stesso alone di confusione caratterizza anche l'appello per il 5 novembre (sotto riportato) di ARCI, ACLI, e una grande quantità di altre sigle: il problema politico è evitare di imbarazzare chi, politicamente, ha sostenuto l'"Agenda Draghi" e le scelte governative orientate a sostenere militarmente l'esercito ucraino, visto come il campione delle libertà e dei valori occidentali aggrediti da un autocrate criminale.
Dobbiamo mettere sul piatto della bilancia due cose. Da una parte, si profila una certa partecipazione numerica al 5 novembre. Dall'altra può venire fuori una quantità senza qualità, una mobilitazione dai contenuti generici e fumosi, una agitazione emotiva senza idee, un puro mettersi la coscienza in pace per la pace dal punto di chi vista di chi fa massa di manovra.
Fare chiasso, va bene; ma dovrebbe essere veramente per la pace, non per attribuire patenti pacifiste a chi non se lo merita e sta invece lavorando per una guerra che oggi può significare, letteralmente, la fine del mondo, come ci ricorda Marco Massini su Robinson del 15 ottobre. (Il pezzo si intitola: "Tutti in silenzio a pochi passi dal baratro").
Un altro aspetto però è da mettere sul piatto della bilancia: oggi il solo parlare di negoziato ti fa bollare come "amico di Putin", o quantomeno come sostenitore di una "pace ingiusta", eticamente riprovevole perché basata sulla resa degli ucraini. Si veda come esempio quanto scritto sul Manifesto del 15 ottobre dall'ex girotondino Pancho Pardi nell'articolo "Non c'è pace senza giustizia in Ucraina":
"Le manifestazioni per la Pace dovrebbero dichiarare con la massima chiarezza che la Pace Giusta va imposta alla Russia di Putin. Le manifestazioni dovrebbero circondare pacificamente le sedi diplomatiche russe, in un assedio ideale tanto più persuasivo quanto più disarmato. Senza bandiere di partito ma con striscioni, cartelli, magliette, altoparlanti, megafoni, voci umane che ripetano la parola d’ordine classica di tutte le manifestazioni pacifiste del secolo scagliata ora contro il terrorismo dello zar: Putin go home! "
Ecco, la situazione per cui se si parla di pace evitando il "dagli a Putin, ammazzalo, ammazzalo!" si è già oltremodo trasgressivi rispetto ad un andazzo generale che punta solo alla vittoria militare contro la Russia, dovrebbe renderci meno malpancisti rispetto ad una partecipazione al 5 novembre. Si potrebbe allora essere presenti in modo non passivo e subalterno, con uno spezzone caratterizzato da striscioni e slogan che riempiano il vuoto di idee e di coraggio che, con dispiacere, dobbiamo lamentare, non per voglia di protagonismo ma per amore di verità. I Disarmisti esigenti possono preparare una bozza di documento e sottoporla alla consultazione online già organizzata per il 23 ottobre. Avrebbe dovuto essere focalizzata sulla resistenza al caro bollette ed il no alle sanzioni energetiche alla Russia, ma possiamo (e a questo punto dobbiamo) ampliarne la problematica includendo il come manifestare per la pace tentando, anche il 5 novembre, di dare voce al dissenso popolare alla guerra affinché maturi in opposizione organizzata.
Ecco il link con il quale collegarsi il 23 ottobre:
meet.google.com/pvf-xivq-evy
APPELLO EUROPE FOR PEACE
Europe For Peace - Rete Italiana Pace e Disarmo (retepacedisarmo.org)
La coalizione Europe for Peace, formata dalle principali reti per la pace in Italia con l’adesione di centinaia di organizzazioni, profondamente preoccupata per l’escalation militare che ha portato il conflitto armato alla soglia critica della guerra atomica, torna di nuovo nelle piazze italiane per chiedere percorsi concreti di Pace in Ucraina e in tutti gli altri conflitti armati del mondo.
Un nuovo passo comune che avviene dopo l’importante mobilitazione dello scorso 23 luglio (con 60 città coinvolte) e l’invio di una lettera al Segretario Generale ONU Guterres in occasione della Giornata della Pace per un sostegno ad azioni multilaterali, le uniche capaci di “portare una vera democrazia globale, a partire dalla volontà di pace della maggioranza delle comunità e dei popoli”. E dopo la quarta Carovana “Stop The War Now” recentemente rientrata dal Kiev dove ha portato il sostegno della società civile italiana ad associazioni ed obiettori di coscienza ucraini, oltre che nuovi aiuti umanitari.
L’appuntamento è per il weekend dal 21 al 23 ottobre (ad otto mesi dall’invasione russa e alla vigilia della Settimana ONU per il Disarmo) ancora una volta con l’invito – rivolto ad associazioni, sindacati, gruppi che già sono attivi da mesi – ad organizzare iniziative di varia natura per rilanciare l’appello già diffuso a luglio con la richiesta di cessate il fuoco immediato affinché si giunga ad una Conferenza internazionale di Pace.
Nel testo sottoscritto dalle aderenti di Europe for Peace si sottolinea come “l’invasione dell’Ucraina da parte della Russia ha riportato la guerra nel cuore dell’Europa ed ha già fatto decine di migliaia di vittime e si avvia a diventare un conflitto di lunga durata” portando conseguenze nefaste “anche per l’accesso al cibo e all’energia di centinaia di milioni di persone, per il clima del pianeta, per l’economia europea e globale”. Ribadendo la vicinanza alle popolazioni colpite dalla guerra si ricorda poi come occorra cercare “una soluzione negoziale, ma non si vedono sinora iniziative politiche né da parte degli Stati, né da parte delle istituzioni internazionali e multilaterali” sottolineando come invece sia necessario “che il nostro Paese, l’Europa, le Nazioni Unite operino attivamente per favorire il negoziato avviando un percorso per una Conferenza internazionale di pace che, basandosi sul concetto di sicurezza condivisa, metta al sicuro la pace anche per il futuro”. Anche alla luce delle rinnovate ed inaccettabili minacce nucleari.
Rilanciata anche la posizione di base del movimento pacifista italiano fin dall’inizio del conflitto ucraino: “Le armi non portano la pace, ma solo nuove sofferenze per la popolazione. Non c’è nessuna guerra da vincere: noi invece vogliamo vincere la pace” e per tale motivo viene proposta una nuova occasione nazionale di mobilitazione per la pace, con uno chiaro obiettivo: “TACCIANO LE ARMI, NEGOZIATO SUBITO! Verso una Conferenza internazionale di pace”.
Che la guerra non sia la soluzione ma sia una delle principali cause delle crisi da cui il nostro sistema e la nostra società non riescono più a liberarsi è sempre più evidente. La guerra scatena l’effetto domino in una società globalizzata, interdipendente, invadendo ogni ambito e spazio: crollano i mercati ed il commercio, aumentano i costi delle materie prime e di ogni unità di prodotto, l’inflazione galoppa ed i salari perdono potere d’acquisto, ritornano la fame, le carestie e le pandemie nel mondo. Dire basta alle guerre ed alla folle corsa al riarmo e nell’interesse di tutti e di tutte. E’ l’unica strada che ci può far uscire dalla crisi del sistema.
Le iniziative che verranno definite e programmate nei prossimo saranno comunicate e rilanciate da tutte le organizzazioni parte di “Europe for Peace”
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Cessate il fuoco subito e negoziato per la Pace. Verso il 5 novembre a Roma
L’ombra della guerra atomica si stende sul mondo
La minaccia nucleare incombe sul mondo. È responsabilità e dovere degli stati e dei popoli fermare questa follia. L’umanità ed il pianeta non possono accettare che le contese si risolvano con i conflitti armati. La guerra ha conseguenze globali: è la principale causa delle crisi alimentari mondiali, ancor più disastrose in Africa e Oriente, incide sul caro-vita, sulle fasce sociali più povere e deboli, determina scelte nefaste per il clima e la vita del pianeta. La guerra ingoia tutto e blocca la speranza di un avvenire più equo e sostenibile per le generazioni future.
Questa guerra va fermata subito
Condanniamo l’aggressore, rispettiamo la resistenza ucraina, ci impegniamo ad aiutare, sostenere, soccorrere il popolo ucraino, siamo a fianco delle vittime. Siamo con chi rifiuta la logica della guerra e sceglie la nonviolenza.
L’inaccettabile invasione dell’Ucraina da parte della Russia ha riportato nel cuore dell’Europa la guerra che si avvia a diventare un conflitto globale tra blocchi militari con drammatiche conseguenze per la vita e il futuro dei popoli ucraino, russo e dell’Europa intera. Siamo vicini e solidali con la popolazione colpita, con i profughi, con i rifugiati costretti a fuggire, ad abbandonare le proprie case, il proprio lavoro, vittime di bombardamenti, violenze, discriminazioni, stupri, torture.
Questa guerra va fermata subito. Basta sofferenze. L’Italia, l’Unione Europea e gli stati membri, le Nazioni Unite devono assumersi la responsabilità del negoziato per fermare l’escalation e raggiungere l’immediato cessate il fuoco. È urgente lavorare ad una soluzione politica del conflitto, mettendo in campo tutte le risorse e i mezzi della diplomazia al fine di far prevalere il rispetto del diritto internazionale, portando al tavolo del negoziato i rappresentanti dei governi di Kiev e di Mosca, assieme a tutti gli attori necessari per trovare una pace giusta. Insieme con Papa Francesco diciamo: “Tacciano le armi e si cerchino le condizioni per avviare negoziati capaci di condurre a soluzioni non imposte con la forza, ma concordate, giuste e stabili”.
L’umanità ed il pianeta devono liberarsi dalla guerra.
Chiediamo al Segretario Generale delle Nazioni Unite di convocare urgentemente una Conferenza Internazionale per la pace, per ristabilire il rispetto del diritto internazionale, per garantire la sicurezza reciproca e impegnare tutti gli Stati ad eliminare le armi nucleari, ridurre la spesa militare in favore di investimenti per combattere le povertà e di finanziamenti per l’economia disarmata, per la transizione ecologica, per il lavoro dignitoso.
Occorre garantire la sicurezza condivisa.
Le guerre e le armi puntano alla vittoria sul nemico ma non portano alla pace: tendono a diventare permanenti ed a causare solo nuove sofferenze per le popolazioni. Bisogna invece far vincere la pace, ripristinare il diritto violato, garantire la sicurezza condivisa. Non esiste guerra giusta, solo la pace è giusta. La guerra la fanno gli eserciti, la pace la fanno i popoli.
L’Italia, la Costituzione, la società civile ripudiano la guerra. Insieme esigiamo che le nostre istituzioni assumano questa agenda di pace e si adoperino in ogni sede europea ed internazionale per la sua piena affermazione.
Cessate il fuoco subito e negoziato per la pace. L’Onu convochi una Conferenza internazionale di pace. Mettiamo al bando tutte le armi nucleari.
Per adesioni: segreteria@retepacedisarmo.org
Info: www.sbilanciamoci.info/europe-for-peace/ – www.retepacedisarmo.org
PRIME ADESIONI
Rete Italiana Pace e Disarmo
Campagna Sbilanciamoci!
#StopTheWarNow
AOI -Cooperazione e Solidarietà Internazionale
Solidarietà e Cooperazione – CIPSI
Comunità di Sant’Egidio
Diaconia Valdese
COREIS Comunità Religiosa Islamica Italiana
Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII
Associazione per il rinnovamento della sinistra
CISL
UIL
UP! Su la testa
Pro Civitate Christiana
Coordinamento per la democrazia costituzionale
Comitato promotore Marcia PerugiAssisi
Tavola della Pace
Movimento Internazionale per la Pace e la Salvaguardia del Creato III Millennio, Caserta-Campania
Primavera Democratica