DA PARTE DI ALFONSO NAVARRA E DI REDAZIONE
Segnaliamo un testo interessante apparso su il settimanale L'ESPRESSO, una intervista a Gustavo Zagrebelsky e a Paolo Vines, perche’ offre spunti ad una riflessione profonda sul diritto alla salute, ad andare oltre una interpretazione limitata secondo l’istanza individualistica.
L’art. 32 della nostra Costituzione recita:
“La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell'individuo e interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti. Nessuno può essere obbligato a un determinato trattamento sanitario se non per disposizione di legge”.
Vineis sostiene che le diffusioni pandemiche presenti, passate e future hanno come causa non il virus in se’ ma lo stravolgimento degli habitat naturali.
Per Zagrebelsky la “guerra contro il virus”, in conseguenza di ciò, dovrebbe essere non solo di tipo sanitario ma affrontare “le esasperazioni che sono contenute nella civiltà dello sviluppo”. Non dovremmo baloccarci nella idea facile di “ritornare come prima”…
La salute dovrebbe essere riconosciuta, appunto, come diritto collettivo e la Terra stessa dovrebbe essere soggetto di diritti in quanto unico organismo vivente. Un concetto che facilmente rimanda alla nostra proposta della terrestrita'.
L’ESPRESSO N. 16 ANNO LXVI 12 APRILE 2020
UN PIANETA TUTTO DA RIFARE
COLLOQUIO CON GUSTAVO ZAGRLBELSKY* E PAOLO VINEIS** DI FRANCESCA SIRONI
- presidente emerito della Corte Costituzionale
** docente di epidemiologia all’Imperial College di Londra
Riportiamo stralci sintetizzati della intervista apparsa su L'ESPRESSO:
GZ - “La salute come interesse della collettivita’ (implica che essa sia difesa) prima e lontano dalla comparsa di alterazioni biologiche individuali che portano alla ospedalizzazione. Impone di posare lo sguardo sulle condizioni che in generale influiscono positivamente o negativamente sulla salute della popolazione”.
PV - “Potremmo parlare anche del diritto collettivo a non essere inutilmente esposti a rischi come quelli che si originano ad esempio da produzioni che generano gas serra. Le costituzioni devono mutare prospettiva in un mondo in cui il battito delle ali di una farfalla può provocare una catena di eventi che scatena un uragano nell’altra parte del mondo”.
GZ - “Quello che nella Costituzione e’ definito un semplice interesse diventa un vero e proprio diritto grazie alla legislazione e alla giurisprudenza che hanno stabilito il diritto di vivere in condizioni di salubrita’. Un diritto che puo’ essere fatto valere di fronte al giudice in vista di risarcimenti o di imposizioni di determinati comportamenti virtuosi o di cessazione di altri dannosi. La questione, in relazione alle epidemie, e’ di natura preventiva: agire per impedirle o almeno per non causarle. L’ambiente e la popolazione, ancora prima degli ospedali e dei malati”.
PV - “L’inquinamento, l’accesso a risorse essenziali come l’acqua pulita, la riduzione dei rischi di nuovi spillover, la produzione alimentare sana: questi dovrebbero essere definiti e vissuti come problemi di salute pubblica. La ricerca scientifica ad esempio dimostra la necessita’ per prevenire le zoonosi di rendere gli allevamenti piu’ sostenibili sul piano ambientale e sanitario”.
GZ - “Andrebbe ripresa una idea che viene dal passato: l’idea che la Terra e il cosmo debbano essere presi in considerazione dal diritto come tali in quanto anche essi viventi , col loro equilibrio, le loro leggi, la loro salute, le loro patologie. Dobbiamo cessare di considerare la Terra come un oggetto a nostra illimitata disposizione, dal quale possiamo estrarre tutti i materiali grezzi che desideriamo, che possiamo alterare a piacimento. Le pandemie non potrebbero forse essere viste come malattie che infettano il grande “animale”? Da questo punto di vista, potremmo essere noi il virus della Terra al quale l’animale si sta ribellando. La febbre degli infettati, allora, non sarebbe la malattia ma, come tutte le febbri, il sintomo fisiologico di una reazione in corso.
PV - “Oggi dobbiamo prevedere e prevenire, il che richiede una rete di organismi politici connessi a quelli scientifici. L’OMS e’ qualcosa del genere anche se dovrebbe essere potenziata. E’ paradossale che in un mondo in cui vediamo gli effetti negativi della globalizzazione, come le pandemie e il cambiamento climatico, non riusciamo a costruire un sistema politico (UN BUON GOVERNO MONDIALE) che si muova in sintonia. Inoltre le decisioni impellenti (e mi riferisco di nuovo al cambiamento climatico) devono essere indipendenti dagli interessi commerciali di questo o quel Paese o di alcune industrie.
GZ - “Le limitazioni alla libertà che stiamo subendo oggi non hanno come obiettivo la dittatura ma la salute e la vita. L’adeguatezza a questo obiettivo misura la legittimità dell’emergenza, sia nella durata sia negli obblighi che si impongono. Nei momenti eccezionali, i regimi democratici esaltano il ruolo del governo, ma contemporaneamente anche le responsabilità del parlamento che deve controllarlo. E’ una cautela che tutte le costituzioni democratiche si danno stabilendo che per tutta la durata dell’emergenza il Parlamento e’ riunito in permanenza”.
Ora proponiamo alcune note a margine
L’intervista si avvicina, già' lo dicevamo, al concetto di terrestrita’. Manca pero' l’idea esplicita di un nuovo diritto internazionale che: 1) premetta i diritti della Natura in quanto tale e dell’Umanita’ in quanto tale ai diritti delle componenti della societa’ umana (Stati, popolazioni e individui); e che : 2) in funzione di esso - nuovo diritto che esprime la nonviolenza efficace - fornisca la base di legittimità alle organizzazioni politico-amministrative particolari.
Nel concetto di terrestrita’ che abbiamo ideato ed elaborato , prendendo spunto essenzialmente dalla coppia Hessel-Morin (si vada in questo stesso sito su: ), non e’ prevista la strategia della “Costituente della Terra" ma si punta su un percorso di "democrazia internazionale".
Non pensiamo all'impresa di un unico - ed inesistente - "popolo della Terra” (che poi si approccia al mondo come condominio secondo la nota e abusata metafora della “casa comune” e non come Madre di cui l’Umanita’ e’ figlia e parte organica) ma ad un percorso di interventi sia istituzionali che dal basso (vedi Antonio Papisca) che armonizza ed integra l’architettura del diritto internazionale vigente sulla base di grandi campagne in corso della società civile, a partire da quella per la proibizione giuridica delle armi nucleari (riconosciuta nel 2017 con il premio Nobel per la pace).
C’e’ poi da considerare il problema del rapporto tra terrestrita’ e cosmicita’, su cui ha recentemente scritto Leonardo Boff (vedi il suo ultimo libro “Soffia dove vuole”, in cui identifica lo Spirito Santo con l'energia creativa primordiale), e posto anche da puntuali osservazioni dello scienziato Luigi Mosca (di cui sotto riporto la conclusione di un contributo a quanto ne so ancora in fase di revisione della stesura).
Per farla breve, proverei ad indicare la soluzione del rapporto terrestrita’-cosmicita’ con la seguente metafora.
L’Umanita’ sono le foglie dell’albero terrestre cui appartiene: non puo’ nemmeno concepirsi come vivente senza il suo legame indissolubile ed organico con l’entità vivente dell’ecosistema globale terrestre.
Ma l’albero-Pianeta fa parte di una foresta universale senza la quale non potrebbe nemmeno esistere…
Concludiamo citando proprio Luigi Mosca e il suo saggio in elaborazione: “Il lungo percorso dell’uomo per uscire dalla barbarie”
“È necessario che l'Umanità emerga da 3 grandi illusioni:
° l'illusione che un "equilibrio del terrore" possa garantire la sicurezza mondiale indefinitamente
° l'illusione che il modello di vita "occidentale" possa essere esteso senza problemi all'intero pianeta
° l'illusione che con la ricerca del massimo profitto nelle attività umane possiamo, di conseguenza, eliminare la precarietà e la miseria nel mondo
In altre parole, si tratta di "non (non più) rendere il nemico sbagliato": i nemici di ogni stato non sono altri stati, i veri nemici sono comuni a TUTTI gli stati, e loro sono chiamati: miseria nel mondo, degrado ambientale, epidemie, ignoranza, disprezzo, corruzione, fanatismo ...
È quindi contro questi nemici che si tratta di concentrare tutto il potenziale che l'umanità ha, nell'intelligenza, nelle iniziative unite, nella creatività ... e non in una corsa folle per tutti i tipi di armamenti.
E questo, in che modo?
Progredendo verso una cultura di pace, di "non violenza effettiva", di "umanesimo integrale" basato sulla vera giustizia sociale, sulla fiducia reciproca e sullo spirito di cooperazione tra i popoli e tra le nazioni, sul rispetto della dignità di ciascuno, sul rispetto e la cura della natura, che abbiamo ricevuto in prestito e che stiamo attenti a trasmettere nelle migliori condizioni alle generazioni future, nello spirito di un'ecologia integrale ".
E tutto ciò nel quadro di un vero governo politico globale, che pone quindi gli esseri umani al centro, con i loro valori di solidarietà e responsabilità, in armonia con il loro ambiente, la Terra, "Gaia, madre adottiva" e la nostra casa comune”.
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