Il covid19 e' il comune nemico: serve un cessate il fuoco globale
Un appello di attivisti di XR Italia (Francesca Cassara' e Alfonso Navarra promotori) che invita a sostenere la proposta di tregua globale delle guerre avanzata dal segretario dell'ONU Guterres. Una modalità di appoggio suggerito e' sottoscrivere l'appello NO ARSENALI SI OSPEDALI lanciato dai Disarmisti esigenti e da WILPF Italia
Il nostro mondo fronteggia un comune nemico: COVID-19. Al virus non interessano nazionalità gruppi etnici, credo religiosi. [...] Sono i piu' vulnerabili - donne e bambini, persone con disabilita' , marginalizzati, sfollati - a pagarne il prezzo e a rischiare sofferenze e perdite devastanti. […] La furia del virus illustra la follia della guerra. E' questo il motivo per cui oggi chiedo un immediato cessate il fuoco globale in tutti gli angoli del mondo"[1]
Queste parole sono alcuni estratti dell'accorato appello del Segretario Generale delle Nazioni Unite Guterres del 23 marzo per un cessate il fuoco globale. A qualche giorno di distanza, queste frasi sembrano rottami: sono state prese ed ignorate dagli stati in conflitto, come dal mondo intero. E' innegabile che l'emergenza sanitaria in Italia minaccia direttamente la nostra incolumità e quella dei nostri cari. Tutto attorno a noi sembra ripetercelo, i numeri giornalieri, le misure di contenimento sempre più rigide. Questo e' un ostacolo psicologico alla comprensione di come questa crisi che stiamo vivendo sia legata a quella complessiva, nonche' alla follia nuova e sempre rinnovantesi delle guerre. E' difficile vedere come le valanghe dell'ingiustizia, della guerra, della carestia e delle epidemie non siano mali distinti, separati nettamente come piaghe d'Egitto che imperversano a turno sul pianeta, ma piuttosto interconnessi strettamente.
I legami completi, tutte le cause e le catene di eventi conseguenti che formano queste valanghe sono estremamente complessi. Possiamo pero' provare ad andare insieme oltre al fronte della valanga, cercando di cogliere alcune connessioni fra le diverse crisi.
La furia del virus illustra la follia della guerra.
Come affermato da Guterres, il coronavirus non conosce differenze di etnia, ne' frontiere, nazionalità , credi religiosi. E a subirne le conseguenze maggiori saranno quelli che già adesso vivono le conseguenze drammatiche delle guerre. "Sono i dannati del coronavirus: gli sfollati del nord della Siria, i rifugiati ammassati nella terra di nessuno tra la Turchia e la Grecia, gli abitanti intrappolati della Striscia di Gaza, i profughi delle guerre in Afghanistan, Sud Sudan e Yemen, i rohingya perseguitati in quella che fu la Birmania. Queste popolazioni hanno in comune il fatto di essere totalmente inermi davanti alla minaccia del coronavirus, precarie tra i precari su scala mondiale, vittime ieri dei disastri politici nei loro paesi e oggi della pandemia che non risparmia nessun paese e nessuna popolazione. [2] Questo elenco, che compare in un articolo riproposto dall'Internazionale, ci trasporta con crudezza nelle zone che rischiano di essere le piu' colpite da questa pandemia, ci trasporta nella vita di quelli per i quali "aumenta la sensazione di essere doppiamente vittime". L'articolo quindi si sofferma sulla situazione nel nord della Siria, dove sono più di un milione di civili sfollati, fuggiti da offensive che hanno deliberatamente preso di mira gli ospedali. La' non c'e' la possibilità di effettuare test e tamponi, ma il coronavirus miete già le sue vittime, complici anche la condizione precaria dei campi, l'assenza di igiene e la malnutrizione che affligge già più della meta' dei residenti.
Per poter immaginare gli effetti che questa crisi sanitaria sta avendo e potra' avere in quelle zone e su quelle persone basta osservare le conseguenze nei Paesi più ricchi al mondo. In molti di essi, compresa l'Italia, sono state prese misure estremamente limitanti circa la libera circolazione per contenere il virus; nonostante ciò ci ritroviamo tra le mani un sistema sanitario prossimo al collasso ed una lista di vittime che va allungandosi in modo angosciante ogni giorno che passa.
Ma la situazione che noi viviamo giornalmente e quella in Siria o nelle zone di guerra non sono due bolle separate. Infatti la radice profonda della guerra sta nel sistema tossico in cui siamo immersi.[3][4]
Extinction Rebellion non ha tra gli obiettivi primari quello di arrogarsi il diritto di stilare una lista di soluzioni alle molteplici crisi in atto, ma riteniamo che le scelte sui temi cruciali legati alle molteplici crisi che stiamo vivendo (sanitaria, ecologica, climatica, sociale) non debbano essere prese in maniera unilaterale dai governi; chiediamo che vengano istituite delle assemblee di cittadini con potere deliberativo, come strumento democratico da cui far guidare la politica rappresentativa, per discutere insieme delle problematiche e delle possibili soluzioni. Il cambiamento deve iniziare adesso, e deve partire da una presa di coscienza collettiva. Individualmente cerchiamo di fare delle riflessioni che ci portino a riconoscere lo stato di privilegio in cui ci e' dato vivere ed utilizzarlo per aiutare chi e' piu' in difficolta'. Questo, in un momento di lock down, puo' essere fatto con una donazione ad una delle tante associazioni che si impegnano nelle zone piu' colpite nel mondo, o firmando come singoli la petizione promossa dai Disarmisti esigenti e da WILPF italia, https://www.petizioni.com/no_arsenali_si_ospedali. Il primo punto che si propone e' accogliere la proposta di Guterres del cessate il fuoco globale.
Agiamo in nome della vita, agiamo perche', come sottolineato dal Segretario Generale delle Nazioni Unite: "e' ciò di cui la nostra famiglia umana ha bisogno, ora più che mai".
[1] https://unric.org/it/covid-19-appello-del-segretario-generale-onu-per-un-cessate-il-fuoco-globale/
[2] https://www.internazionale.it/opinione/pierre-haski/2020/03/25/coronavirus-onu-appello-tregua
[3] Persino in questi giorni di lock-down, il governo italiano “concede ai produttori di armamenti di decidere autonomamente quali produzioni tenere aperte e quali noâ€, come viene spiegato nel comunicato della Rete Italiana per il Disarmo pubblicato da Pressenza https://www.pressenza.com/it/2020/03/il-governo-concede-allindustria-delle-armi-di-auto-regolamentarsi/?fbclid=IwAR0g9zl_bZk46-MDKtEtPhQDZdICzTy9s3C8MYDyS_JHmu4YTAnZIV1g1cE; per approfondire si veda anche: https://www.avvenire.it/attualita/pagine/coronavirus-ma-le-fabbriche-di-armi
[5] https://www.savethechildren.it/emergenze/emergenza-siria