LA NUOVA “ANORMALITÀ”
di Alessandro Pascolini* (tratto dal sito della rivista telematica “Odissea” diretta da Angelo Gaggione - https://libertariam.blogspot.com/2019/02/la-nuova-anormalita-di.html)
A 2 minuti dall’ora del giudizio
A ricordarci quanto sia delicato e incerto l’equilibrio che permette la sopravvivenza dell’umanità in presenza delle armi nucleari e di nuove destabilizzanti tecnologie e nella fase dei cambiamenti climatici che condizionano le condizioni di vita sul nostro pianeta, il Doomsday Clock (“l’orologio del giudizio universale”) della Federation of atomic scientists ogni anno segna quanto tempo rimane prima della mezzanotte antecedente al giorno del giudizio.
Questi scienziati, che già dal 1945 si sono posti l’obiettivo di combattere lo sviluppo delle armi nucleari, diffondono le loro analisi e proposte nel Bulletin of the atomic scientists, il cui Science and security board indica annualmente con il suo orologio la vulnerabilità del mondo alla catastrofe.
La prima indicazione, siamo nel 1947, fu di mezzanotte meno sette minuti: si sta accendendo la guerra fredda ed è fallito il tentativo del controllo internazionale dell’energia nucleare nell’ambito dell’apposita commissione creata dall’ONU. Nel 1949, con l’acquisizione delle armi nucleari da parte dell’URSS, la situazione si aggrava e le lancette vengono portate a 3 minuti da mezzanotte. Un ulteriore aggravamento (e siamo a meno due minuti) si ha nel 1953 con lo sviluppo delle armi termonucleari. Nel corso degli anni, a fronte dell’evoluzione del confronto nucleare fra le superpotenze e la proliferazione ad altri paesi, l’orologio si è allontanato e avvicinato alla mezzanotte; il momento più sicuro si è avuto nel 1991 alla fine della guerra fredda (17 minuti da mezzanotte) per poi via via aggravarsi negli anni successivi di fronte all’incapacità del mondo politico internazionale di superare il confronto nucleare e di affrontare le problematiche legate al cambiamento climatico globale, fino a ritornare lo scorso anno a meno due minuti.
Lo scorso 24 gennaio, il gruppo internazionale di 20 esperti incaricato di muovere le lancette dell’orologio ha annunciato ai leader e ai cittadini del mondo(https://thebulletin.org/doomsday-clock/current-time/) di dover mantenere la distanza dalla catastrofe globale a due soli minuti, come nel 2018 e 1953: la peggior situazione di sempre.
“L’umanità si trova ad affrontare due minacce esistenziali simultanee, ciascuna delle quali estremamente preoccupante e necessaria di immediata attenzione: le armi nucleari e il cambiamento climatico. Queste minacce sono state esacerbate nello scorso anno dall’impiego crescente della guerra dell’informazione per minare la democrazia in tutto il mondo, amplificando i rischi di tali minacce e ponendo il futuro della civilizzazione in estremo pericolo.”
Sia per gli armamenti nucleari che per i rischi climatici nel corso del 2018 abbiamo osservato un duplice sviluppo negativo: da una parte l’aggravamento oggettivo della situazione e dall’altra l’indebolimento degli strumenti faticosamente predisposti precedentemente per il loro controllo.
Quest’anno il board attira l’attenzione su nuovo fattore destabilizzante che aggrava i rischi globali: “la corruzione intenzionale dell’ecosistema informativo da cui dipende la civilizzazione contemporanea. In molti fora, in particolare neisocial media, leader nazionalistici e loro surrogati mentono senza alcuna vergogna, insistendo che le loro menzogne siano la verità e la verità ‘fake news’. Questi tentativi intenzionali di distorcere la realtà esasperano le divisioni sociali, minano la fede nella scienza e diminuiscono la fiducia nelle elezioni e nelle istituzioni democratiche. Perché queste distorsioni attaccano l’approccio razionale necessario per risolvere i complessi problemi che sfidano l'umanità, questa guerra cibernetica dell’informazione mina la civiltà in generale.”
“Non c'è nulla di normale nella complessa e spaventosa realtà appena descritta” e pertanto gli estensori decidono di caratterizzare la corrente situazione mondiale come “nuova anormalità”, che si sta consolidando nel tempo. Infatti l’indicazione di meno due minuti, “sebbene invariata dal 2018, dovrebbe essere presa non come segno di stabilità ma come un forte avvertimento ai leader e cittadini di tutto il mondo. Lo stato corrente è tanto preoccupante quanto i più pericolosi tempi della Guerra Fredda, uno stato che presenta un paesaggio imprevedibile e mutevole di dispute litigiose che moltiplicano le possibilità che scoppino dei gravi conflitti militari. Questa nuova anormalità è semplicemente troppo volatile e pericolosa da poter venire accettata come uno stato permanente del mondo.”
Per quanto possa sembrare duro il presente, nulla è senza speranza o predestinato per il futuro. “Il bollettino crede fermamente che gli esseri umani possano gestire i pericoli posti dalla tecnologia che essi stessi hanno creato. Ma le minacce devono essere riconosciute prima che possano essere affrontate in modo efficace. La situazione attuale, in cui le intersecate minacce nucleari, climatiche e della guerra dell’informazione sono tutte insufficientemente riconosciute e affrontate, se non del tutto ignorate o negate, è insostenibile. Più a lungo i leader e i cittadini mondiali abitano incautamente questo nuova e anormale realtà, più è probabile che il mondo debba sperimentare una catastrofe di proporzioni storiche.”
Le preoccupanti tendenze nucleari.
L’ordine nucleare globale si sta deteriorando da molti anni e il 2018 non ha fatto eccezione a questa tendenza. Le relazioni tra gli Stati Uniti e sia la Russia che la Cina sono ulteriormente peggiorate. L’architettura del controllo degli armamenti nucleari costruita in oltre mezzo secolo continua a decadere, mentre sono moribondi i negoziati per riduzioni delle armi nucleari e delle scorte di materiale fissile. Gli stati dotati di armi nucleari rimangono attaccati ai loro arsenali, sono determinati a modernizzarne le capacità e sviluppano dottrine che prevedono l’impiego nucleare. “Leader sfacciati, violente dispute diplomatiche e instabilità regionali si combinano a creare un contesto internazionale in cui i pericoli nucleari sono fin troppo reali”. La convinzione che la minaccia della guerra nucleare sia stata sconfitta era ed è un miraggio. Il board individua cinque sviluppi negativi che hanno “colorato” la storia nucleare nel 2018.
- Gli Stati Uniti hanno abbandonato il Piano d’azione globale congiunto (JCPOA), che ha imposto restrizioni e verifiche senza precedenti al programma nucleare iraniano, uno dei maggiori successi di non proliferazione nucleare degli ultimi anni. Inoltre gli USA hanno lanciato una campagna di “massima pressione” contro l’Iran, aumentando la probabilità di un nuovo conflitto in Medio Oriente.
- A ottobre l’amministrazione Trump ha annunciato il ritiro dal trattato INF, che vieta i missili di gittata intermedia. Sebbene tormentato da accuse reciproche sul suo rispetto, l’accordo INF, in vigore per più di 30 anni, ha contribuito alla stabilità in Europa. La sua potenziale estinzione prefigura una nuova competizione per armi a lungo vietate.
- La lunga e urgente questione nucleare della Corea del Nord rimane irrisolta. Alcuni buone notizie sono emerse nel 2018. La retorica bellicosa del 2017, che aveva sollevato timori di guerra, è in gran parte svanita. Il vertice tra il presidente Trump e il presidente Kim a Singapore nel giugno 2018 è stato un passo avanti diplomatico, ma non si è fatto un singolo passo concreto sostanziale e duraturo per limitare o rallentare il programma nucleare della Corea del Nord, che continua la modernizzazione delle sue capacità nucleari.
- Mentre si riducono le forme di controllo, la modernizzazione delle forze nucleari continua a ritmo sostenuto in tutto il mondo. Questi programmi prevedono la conservazione nei decenni a venire di sostanziali capacità nucleari, con nessun segnale di interesse a ridurre o limitare forze nucleari.
- Appare crescere la dipendenza dalle armi nucleari e le dottrine militari stanno aumentando l’attenzione sull’utilizzo effettivo armi nucleari. Le speranze dell’irrilevanza delle armi nucleari nella politica internazionale vengono spazzate via.
“I preoccupanti sviluppi del 2018 sono ulteriori indicazioni che l’ordine nucleare si sta deteriorando e che i rischi nucleari stanno aumentando. Un’urgente azione è necessaria per invertire le tendenze che stanno spingendo il mondo lungo un pericoloso percorso nucleare.”
I pericolosi sviluppi dei cambiamenti climatici.
Il documento osserva che la minaccia esistenziale del riscaldamento globale causato dall’uomo è inquietante e sta peggiorando. Ogni anno che le attività umane continuano ad aggiungere anidride carbonica nell’atmosfera aumenta irreversibilmente il livello futuro di sofferenza umana e di distruzione dell’ecosistema a seguito dalle variazioni climatiche globali.
“La misura chiave di miglioramento sul fronte climatico è il grado di progresso nel portare a zero le emissioni globali di anidride carbonica. Su questa misura, i paesi del mondo hanno fallito in modo sconfortante.” I tassi globali di emissioni di anidride carbonica sono aumentati esponenzialmente fino al 2012 e hanno cessato la crescita dal 2013 al 2016, a valori tali tuttavia da non fermare l’aumento del riscaldamento. A tal fine, le emissioni nette devono essere portate a zero, data la persistenza dell’anidride carbonica nell’atmosfera per migliaia di anni.
I dati del 2017 e dal 2018 vedono le emissioni mondiali in preoccupante salita. Anche le nazioni che hanno fortemente sostenuto la necessità di de-carbonizzare non stanno facendo abbastanza. Le stime preliminari mostrano che quasi tutti i paesi, compresi gli Stati Uniti e alcuni membri dell’Unione Europea, hanno contribuito all’aumento delle emissioni.
“Gli Stati Uniti hanno più risorse delle nazioni più povere e la loro incapacità di ridurre decisamente le emissioni costituisce un atto di grave negligenza. Gli USA rimasero da soli mentre gli altri paesi del G20 hanno firmato una dichiarazione congiunta che riafferma il loro impegno ad affrontare il cambiamento climatico.”
A fronte del fallimento della riduzione delle emissioni di anidride carbonica, cresce l’evidenza scientifica della severità dell’impatto del riscaldamento terrestre sull’economia, la salute, l’agricoltura e gli ecosistemi naturali, inclusi fenomeni catastrofici, quali i massicci incendi in California, Grecia, Svezia e le mortali ondate di calore in Asia, Australia, Europa e Nord America.
Un gruppo intergovernativo sui cambiamenti climatici ha dimostrato che anche un modesto aumento del riscaldamento globale - fra 1,5 e 2 gradi Celsius - porterà gravi conseguenze. Eppure anche se il mondo fosse sulla buona strada per rispettare gli impegni previsti dagli accordi sul clima di Parigi (ma chiaramente non lo è), non sarebbe sufficiente per fermare il riscaldamento a 2 gradi. Ma anche di fronte al peggioramento delle manifestazioni di un clima sempre più disgregato, i negazionisti continuano a ostacolare ogni azione.
“C'è ancora tempo per salvare il mondo dagli effetti veramente catastrofici dei cambiamenti climatici. Perché tale salvataggio possa diventare realtà, tuttavia, occorre che il progresso verso la de-carbonizzazione acceleri drammaticamente, e molto presto.”
Le minacce della guerra dell’informazione e di altre tecnologie dirompenti.
“La guerra nucleare e il cambiamento climatico minacciano l’infrastruttura fisica che fornisce il cibo, l’energia, e le altre necessità per la vita umana. Ma per crescere, prosperare e avanzare, le persone hanno anche bisogno di informazioni affidabili e reali sul mondo, e in abbondanza.”
Secondo il board, oggi il caos regna in gran parte dell’ecosistema dell’informazione da cui dipende la civiltà moderna. In molti fora per il discorso sociale e politico, si vedono leader nazionali che tacciano di notizie false le informazioni che non piacciono loro. Questi stessi leader mentono spudoratamente, definendo le loro bugie verità; agendo oltre i confini nazionali, questi leader e i loro surrogati esacerbano le divisioni esistenti, creano rabbia e aumentano la sfiducia nelle istituzioni pubbliche e private.
Negazionisti generano paure e sollevano dubbi su posizioni scientifiche ben provate sui cambiamenti climatici e altre urgenti tematiche. Istituzioni consolidate, giornalismo ed educazione, che hanno garantito tradizionalmente stabilità, sono ora sotto attacco precisamente perché garanzie di stabilità. “In questo ambiente, la comunicazione esaspera le passioni piuttosto che informare la ragione.”
Propaganda e menzogne sono sempre state uno strumento nei conflitti fra stati, ma nell’era di Internet il volume e la velocità dell’informazione sono cresciuti per ordini di grandezza tanto da costituire un salto qualitativo nella guerra dell’informazione. Questo accesso diffuso ed economico a un’udienza mondiale ha permesso a professionisti di questa guerra di trasmettere a basso costo messaggi falsi e manipolatori a vaste popolazioni, e allo stesso tempo di adattare messaggi politici a ristretti gruppi di interesse. Manipolando la predisposizione cognitiva naturale degli esseri umani, i guerrieri informativi possono esacerbare pregiudizi, preconcetti e differenze ideologiche. Possono invocare “fatti alternativi” a sostegno di posizioni politiche basate su vere e proprie menzogne, erodendo la fiducia e la coesione su cui si basano le società civili.
“L’illuminismo ha cercato di stabilire la ragione come il pilastro fondamentale del discorso civilizzato. In questa concezione contano gli argomenti logici e la verità di una affermazione è basata sull’esame di valori, ipotesi e fatti, non da quanta gente ci crede. La guerra dell’informazione minaccia di sostituire questi pilastri di logica e verità con fantasticherie e rabbia. Se non combattuta, tale distorsione minerà la capacità di riconoscere e affrontare le minacce urgenti poste dalle armi nucleari e dal cambiamento climatico e aumenterà il rischio della fine della civiltà come la conosciamo.” Da ciò la necessità di un impegno urgente per la comunità internazionale per scoraggiare la guerra dell’informazione e sostenere le istituzioni impegnate a garantire la razionalità e fattualità nel discorso e prassi politici.
Il mondo affronta altre gravi minacce dovute a tecnologie distruttive: sono particolarmente preoccupanti gli sviluppi della biologia sintetica, dell’intelligenza artificiale e del sabotaggio informatico. La velocità del cambiamento in questi e altri fronti tecnologici è estremamente alta e lo sforzo internazionale per gestire questi rapidi progressi è stato finora grossolanamente insufficiente.
Un evento particolarmente grave del 2018 è stato la manipolazione del genoma umano in Cina, una sfortunata dimostrazione della debolezza dei vincoli istituzionali sull’ingegneria genetica e altre ricerche biotecnologiche. L'avvento di esseri umani “modificati” costituirebbe un vero evento storico con significative conseguenze potenzialmente imprevedibili, grandi, e pericolose. La comunità internazionale ha un comune interesse a rimandare la sperimentazione nella manipolazione del genoma umano fino a quando tale ricerca non potrà ricevere il massimo livello di controllo scientifico ed etico.
Allo stesso tempo, continuano a minacciare la sicurezza mondiale altri pericoli biologici, che vanno da attacchi terroristici biologici all’emergenza di malattie mortali e in rapida diffusione. Il controllo della biologia sintetica e di altre minacce biologiche deve diventare una priorità mondiale.
I progressi nel campo dell’intelligenza artificiale (AI) stanno progredendo a un ritmo rapido e in gran parte non gestito. Il board è particolarmente preoccupato per l’incorporazione di AI in armi autonome che prendano la decisione di uccidere senza supervisione umana. Poiché l’intelligenza artificiale avrà effetti sempre maggiori in campo militare, economico e sociale nei prossimi decenni, la comunità internazionale deve sviluppare un sistema cooperativo che massimizzi il potenziale positivo dei progressi in AI minimizzando potenziali aspetti negativi.
Oltre la guerra dell’informazione, il sabotaggio delle reti di calcolo costituisce una minaccia multiforme alla sicurezza globale. Il sofisticato sabotaggio dell’ “Internet delle cose” - reti di computer che controllano le principali infrastrutture finanziarie ed energetiche e hanno accesso a più di 20 miliardi di dispositivi personali - potrebbe avere impatti così gravi da ispirare risposte militari, potenzialmente coinvolgenti armi nucleari.
Verso un mondo più sicuro e più sostenibile.
La presente situazione di “nuova anormalità” per i suoi aspetti estremamente pericolosi è assolutamente inaccettabile e non è sostenibile. “Esistono i mezzi per gestire le tecnologie pericolose e ridurre i rischi su scala globale; anzi, molti di loro sono ben noti e alla portata della società, se i leader prestassero la giusta attenzione a preservare le prospettive a lungo termine dell'umanità e se i cittadini imponessero loro di farlo.”
Il board passa quindi a suggerire alcune azioni di buon senso che renderebbero il mondo più sicuro:
- Gli Stati Uniti e la Corea del Nord dovrebbero procedere con decisione nei difficili negoziati necessari per raggiungere un accordo concreto per il processo di denuclearizzazione coreano a beneficio di tutto il mondo.
- I leader statunitensi e russi dovrebbero tornare al tavolo dei negoziati per risolvere le divergenze sul trattato INF; per estendere oltre al 2021 i limiti agli arsenali nucleari posti dal New START e cercare ulteriori riduzioni nelle armi nucleari; discutere di un abbassamento dello stato di allerta degli arsenali nucleari di entrambi i paesi; limitare i programmi di modernizzazione nucleare che minacciano di creare una nuova corsa agli armamenti nucleari; e iniziare colloqui per l’eliminazione delle armi per il campo di battaglia.
- Gli Stati Uniti e la Russia dovrebbero discutere e adottare misure per prevenire incidenti militari in tempo di pace lungo i confini della NATO ed evitare esercitazioni provocatorie.
- I cittadini statunitensi e di tutto il mondo dovrebbero chiedere al proprio governo il riconoscimento del problema climatico e azioni conseguenti. L’amministrazione Trump dovrebbe rivedere la grave decisione del ritiro dall’accordo di Parigi sul cambiamento climatico.
- Gli obiettivi dell’accordo di Parigi - mantenere il riscaldamento al di sotto di 2 gradi Celsius e, idealmente, sotto 1,5 gradi - sono coerenti con le risultanze scientifiche e sostanzialmente realizzabili ed economicamente fattibili, se si dà ai paesi poveri il supporto di cui hanno bisogno. Ma i paesi devono agire prontamente e raddoppiare i loro sforzi per ridurre le emissioni di gas a effetto serra ben oltre i loro attuali inadeguati impegni.
- L’amministrazione Trump dovrebbe rivedere la sua deplorevole decisione di uscire dallo JCPOA per la limitazione programma nucleare iraniano. L’accordo con l’Iran non è perfetto, ma serve l’interesse del comunità internazionale a frenare la diffusione di armi nucleari.
- La comunità internazionale dovrebbe iniziare discussioni multilaterali volte a stabilire norme di comportamento, sia domestiche che internazionali, che scoraggino e penalizzino l’uso improprio della tecnologia dell’informazione a minare la fiducia del pubblico nelle istituzioni politiche, nei media, nella scienza e nell’esistenza della stessa realtà oggettiva. La guerra dell’informazione nel contesto cibernetico è una minaccia per il bene comune. Campagne di disinformazione e manipolazione sono gravi minacce alla stessa democrazia e riducono la capacità di affrontare le armi nucleari, il cambiamento climatico e altri pericoli esistenziali.
Il documento conclude osservando che “lo stato di nuova anormalità in cui si trova attualmente il mondo è insostenibile ed estremamente pericoloso. La situazione della sicurezza mondiale può essere migliorata, se i leader cercano il cambiamento e i cittadini lo impongono. Siamo a due minuti da mezzanotte, ma non vi è alcun motivo per cui il Doomsday Clock non possa allontanarsi dalla catastrofe. Lo ha fatto in passato, perché leader saggi hanno agito sotto la pressione di cittadini informati e impegnati.
Oggi i cittadini di ogni paese possono usare il potere di Internet per combattere la disinformazione dei social media e migliorare le prospettive a lungo termine dei loro figli e nipoti. Possono insistere sui fatti e combattere le assurdità. Possono pretendere azioni per la minaccia esistenziale della guerra nucleare e del cambiamento climatico incontrollato.
Data l'inerzia dei loro leader fino ad oggi, i cittadini del mondo dovrebbero fare una richiesta forte e chiara: #RewindTheDoomsdayClock.”
[*Università di Padova]